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La storia di Hachikō, il cane che per 10 anni ha atteso alla stazione il padrone morto

L’8 marzo del 1935, all’età di 11 anni, morì Hachikō, un cane di razza Akita famoso per aver atteso fuori da una stazione ferroviaria per quasi 10 anni il ritorno del suo padrone, ormai morto. Simbolo di fedeltà e dell’amore tra gli esseri umani e i cani, la sua storia è stata raccontata in vari libri e film, tra cui “Hachikō – Il tuo migliore amico” con Richard Gere. La pellicola, uscita nel 2009, ha avuto un grande successo.

Hachikō nacque a Ōdate, nella Prefettura di Akita, Giappone, il 10 novembre 1923. All’età di due mesi fu adottato dal professore Hidesaburō Ueno. L’uomo insegnava presso il dipartimento di scienze dell’agricoltura dell’Università Imperiale di Tokyo,

Il cagnolino diventò famoso e popolare in zona e non solo perché accompagnava il padrone fino alla stazione di Shibuya dove il professore prendeva il treno per l’Università, per poi aspettare lì fino al suo ritorno. E continuò a farlo per quasi dieci anni anche dopo la morte improvvisa del professore, avvenuta a causa di un ictus durante una lezione.

Negli anni il capostazione di Shibuya e i pendolari iniziarono ad accorgersi di lui e cercarono di prendersene cura offrendogli spesso riparo e cibo.

Hachikō morì in una stradina l’8 marzo 1935, all’età di undici anni. La notizia della sua morte fu riportata da tutti i giornali, e in Giappone fu dichiarato anche un giorno di lutto nazionale. Davanti alla stazione di Shibuya, dopo la sua morte, fu costruita una statua per ricordarlo. Durante la seconda guerra mondiale però il monumento fu demolito per usare il metallo per produrre armi. Nel 1948, finita la guerra, la statua fu ricostruita e posizionata di nuovo nei pressi della stazione.

“Non ho mai conosciuto mio nonno – dice il nipote del professore nel film del 2009 -. È morto quando ero piccolissimo. Ma, quando mi parlano di lui e di Hachi… io sento di conoscerli. Loro mi hanno insegnato il valore della fedeltà. Ora so che non bisogna mai dimenticare chi si è amato. È per questo che Hachi sarà per sempre il mio eroe”.

Gianluca Pace

Laureato in Storia contemporanea, a Blitz quotidiano dal 2011. Qui mi occupo, si fa per dire, di quel che accade in questa misera Italia e nei dintorni. Con queste poche righe dovrei mettere in risalto, con un po’ di ironia e senza farlo notare troppo, le mie poche qualità. Ma insomma, alla fine che ci frega?

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