La temperatura di casa influisce sulle capacità cognitive degli anziani, ecco come regolare il nostro termostato privato.
Un nuovo studio rileva che la temperatura interna influisce in modo significativo sulla capacità di concentrazione degli anziani, anche nelle proprie case dove sono loro a controllare il clima.
Secondo Steve Fink di Study Finds, la ricerca suggerisce che, poiché i cambiamenti climatici portano temperature più estreme, gli individui anziani potrebbero dover affrontare maggiori sfide cognitive a meno che i loro ambienti interni non siano adeguatamente regolati.
I ricercatori dell’Hinda and Arthur Marcus Institute for Aging Research, il braccio di ricerca di Hebrew SeniorLife affiliato alla Harvard Medical School, hanno condotto uno studio durato un anno monitorando 47 adulti residenti in comunità di età pari o superiore a 65 anni.
Lo studio ha monitorato sia la temperatura domestica che la capacità dichiarata di mantenere l’attenzione durante il giorno. Ciò che hanno scoperto è stata una chiara relazione a forma di U tra la temperatura ambiente e la funzione cognitiva.
In altre parole, l’attenzione si estende in modo ottimale entro un intervallo di temperature specifico e diminuisce quando le stanze diventano troppo calde o troppo fredde.
La temperatura ottimale
Il punto ottimale per la funzione cognitiva sembrava essere compreso tra 20 e 24°C. Quando le temperature si discostavano da questo intervallo di soli 4°C in entrambe le direzioni, i partecipanti avevano il doppio delle probabilità di segnalare difficoltà a mantenere l’attenzione sui compiti.
Questa scoperta è particolarmente preoccupante dato che molti anziani vivono con un reddito fisso e potrebbero avere difficoltà a mantenere temperature interne ottimali, soprattutto durante eventi meteorologici estremi.
Il team di ricerca ha utilizzato sensori intelligenti posizionati negli spazi abitativi principali dei partecipanti per monitorare continuamente i livelli di temperatura e umidità, mentre i partecipanti hanno completato sondaggi smartphone due volte al giorno sul loro comfort termico e sui livelli di attenzione.
I risultati dello studio hanno rivelato un’interessante asimmetria nel modo in cui le persone hanno risposto alle variazioni di temperatura. Sebbene sia le condizioni calde che quelle fredde abbiano compromesso l’attenzione, i partecipanti sembravano particolarmente sensibili alle temperature fredde. Quando riferivano di sentire freddo, mostravano maggiori difficoltà cognitive in un intervallo più ampio di temperature effettive rispetto a quando sentivano caldo. Ciò suggerisce che il mantenimento di un riscaldamento adeguato può essere particolarmente cruciale per preservare la funzione cognitiva negli anziani durante i mesi invernali.
Sebbene sia stata prestata molta attenzione agli impatti diretti sulla salute delle ondate di caldo e delle ondate di freddo, questa ricerca suggerisce che anche moderate variazioni di temperatura all’interno delle case potrebbero influenzare il funzionamento cognitivo quotidiano degli anziani.
E quando arriva l’estate
Il gruppo dei partecipanti, sebbene relativamente piccolo, è stato attentamente monitorato. Con un’età media di 79 anni, il gruppo ha completato oltre 17.000 sondaggi durante il periodo di studio. La maggior parte dei partecipanti viveva in alloggi privati a prezzi di mercato (34 partecipanti) piuttosto che in alloggi sovvenzionati (13 partecipanti), suggerendo che avevano un controllo ragionevole sul proprio ambiente domestico.
La connessione tra temperatura e cognizione non è del tutto sorprendente. Con l’avanzare dell’età, il nostro corpo diventa meno efficiente nel regolare la temperatura, un problema spesso aggravato da condizioni croniche come il diabete o farmaci che influenzano la termoregolazione. La novità di questa ricerca è la dimostrazione che queste vulnerabilità fisiologiche possono estendersi alla funzione cognitiva in contesti del mondo reale.
Man mano che l’inverno lascia il posto alla primavera e i termostati in tutto il paese vengono regolati, questa ricerca suggerisce che potremmo voler prestare maggiore attenzione a tali impostazioni, soprattutto nelle case in cui risiedono gli anziani. Il punto debole cognitivo di 28-25° C potrebbe essere proprio l’intervallo di temperatura in cui fiorisce la saggezza