Lavoro, prevenzione delle malattie professionali: intesa tra Inail e CoopForm Umbria Lavoro, prevenzione delle malattie professionali: intesa tra Inail e CoopForm Umbria

Lavoro, prevenzione malattie professionali: sinergia tra Inail e CoopForm Umbria

Lavoro, prevenzione delle malattie professionali: intesa tra Inail e CoopForm Umbria
Lavoro, prevenzione malattie professionali: sinergia tra Inail e CoopForm Umbria (nella foto Ligi, Siniscalchi e Nardini)

ROMA – La parola “sinergia” deriva etimologicamente dal greco e significa “cooperare”, “operare insieme per il raggiungimento di un risultato comune”. Non è un caso che è stato scelto questo termine per descrivere il rapporto di collaborazione, siglato e reso concreto in questi giorni, tra Inail e CoopForm Umbria, l’Ente Bilaterale Formazione Ambiente promosso da Agci, Confcooperative, Legacoop, Cgil, Cisl e Uil.

Si tratta di un protocollo di intesa, su finanziamento dell’Inail stesso, a favore dei soci lavoratori delle cooperative umbre che operino nel settore della logistica e dei trasporti, ambiti dove si rileva un preoccupante incremento delle fisiopatie professionali.

Per il Presidente di CoopForm Umbria, Gabriele Nardini, firmatario dell’accordo: “E’ stato un passo importante ufficializzare la collaborazione con Inail perché la nostra Associazione è sempre stata in prima linea nella lotta contro le tecnopatie, si è sempre battuta per ottenere una maggiore sicurezza e tutela sul lavoro, in particolare per tutti quei cooperatori e quelle cooperatrici che ogni giorno, con la loro attività, rischiano di contrarre patologie più o meno gravi”.

E’ proprio per questo che, con l’obiettivo di incidere sulla prevenzione delle malattie professionali, il cui trend in questi ultimi anni risulta in costante crescita sia a livello nazionale che regionale, è scattata questa sinergia regionale. Il focus della collaborazione è l’individuazione di buone pratiche di prevenzione e di paradigmi comportamentali da adottare per evitare l’insorgenza di patologie a carico dell’apparato muscolo-scheletrico nei confronti dei lavoratori del sistema cooperativo regionale, in particolare dei settori facchinaggio e servizi. E’ prevista la realizzazione di interventi formativi/informativi da erogare ad un campione di almeno 200 soci lavoratori in una logica di laboratorio sperimentale con l’obiettivo di esportare il programma anche agli altri settori lavorativi.

Per Gabriele Nardini: “L’Ente bilaterale ha condiviso la proposta Inail in quanto la sicurezza sul lavoro rappresenta proprio uno degli asset che sta alla base dell’operato dell’organismo duale. Il progetto presenta un plus oggettivo che è quello di puntare sul fattore umano che, proprio nelle cooperative, ha indubbiamente un peso e un ruolo fondamentale. L’auspicio è che il programma di formazione da costruire possa rappresentare un modello pilota da esportare successivamente ad altri settori lavorativi e coinvolgere tutte le tipologie di cooperative”.

“L’iniziativa nasce su impulso del C.R.C. Inail dell’Umbria – sottolinea il suo Coordinatore Giuseppe Siniscalchi – dopo attenta analisi del fenomeno tecnopatico sul lavoro caratterizzante il territorio. Dalla lettura dei dati emerge, infatti, come a livello regionale in questi anni srisi sia registrato un forte aumento delle denunce di malattia professionale ed in particolare di quelle osteo-articolari. Da qui la volontà di incidere sul mondo delle cooperative, che a livello regionale impiega circa 30 mila risorse umane, ed in particolare nel settore della logistica dove tali malattie sono risultate più frequenti”.

“La collaborazione avviata – rimarca Alessandra Ligi, direttore regionale Inail Umbria – mira a realizzare interventi formativi aggiuntivi rispetto alla formazione obbligatoria prevista dal Decreto Legislativo 81/2008 e si propone di interessare, in questa prima fase, un campione di almeno 200 soci lavoratori. L’ambizione della sinergia è quella di contribuire a rendere efficiente il sistema organizzativo del lavoro, prevedendo anche un modello di gestione informatizzata del rischio da movimentazione dei carichi tarato in funzione dei pesi affidati a ciascun lavoratore”.

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