La quantità e la qualità di cover dei brani di un artista sono un buon indicatore di quanto egli sia fondamentale e seminale per la scena musicale, oltre a darci una nuova prospettiva su quei brani. Soprattutto quando si tratta di cover ardite, reinterpretazioni che si discostano dalla versione originale del brano per metterne in luce aspetti e potenzialità altrimenti nascosti.
Oggi vi propongo le cover più ardite di John Lennon. Un artista che, spero, non ha bisogno di tante presentazioni. Un’icona della musica e un punto di riferimento per molti artisti che a lui si sono ispirati anche per quanto riguarda i modi di prendere posizione su temi sociali e politici. Perché Lennon era anche un attivista, sempre pronto a mettere la propria fama e la propria musica al servizio di cause importanti, nel tentativo di cambiare concretamente il mondo in meglio.
Alcuni suoi brani sono diventati veri e propri inni per la pace e per i diritti civili: penso a Imagine, Give Peace a Chance, Instant Karma, Happy Xtmas (War is Over) o All You Need is Love, che in qualche modo ha ispirato il movimento della Summer of Love. In questo articolo non troverete riferimenti alle canzoni scritte, spesso nell’accoppiata straordinaria con Paul McCartney, per i Beatles. Per quelle vi rimando all’articolo sulle cover più ardite dei Beatles, che contiene esempi molto interessanti.
Qui invece mi sono concentrato sulla produzione solista di John Lennon, dopo lo scioglimento dei Beatles. Dal 1970 al 1980, anno della tragica morte di Lennon, l’artista ha registrato 8 album, l’ultimo dei quali, Milk and Honey, pubblicato postumo nel 1984, oltre a tre album sperimentali con Yoko Ono registrati tra il 1968 e il 1969. Da questa produzione ho tratto i brani scritti da John Lennon di cui ci interesseremo in questo articolo.
Menzioni speciali
Come è facile immaginare, gli album tributo, le compilation e le cover dei brani di John Lennon sono davvero tantissimi, soprattutto dopo la sua morte nel 1980. Ciò che è interessante notare è che questi tributi provengono da ogni parte del mondo, da ogni genere e universo musicale, spesso anche da nomi altisonanti. Una delle compilation tributo più importanti è l’album Instant Karma: The Amnesty International Campaign to Save Darfour del 2007.
È importante per la quantità di artisti che hanno contribuito e per la varietà di nomi importanti coinvolti nel progetto: dagli U2 con Instant Karma ai R.E.M. con un’interessante versione di #9 Dream, da Christina Aguilera a Lenny Kravitz, dalla cover piuttosto ardita di Give Peace a Chance degli Aerosmith con i Sierra Leone’s Refugees All Stars a Jackson Brown. E ancora, Avril Lavigne, Youssou N’Dour, Green Day, Ben Harper, The Flaming Lips… L’album venne pubblicato in diverse versioni: l’edizione americana conteneva 23 tracce, ma una seconda edizione aveva due bonus track, di Willie Nelson e Angelique Kidjo. L’edizione internazionale aggiungeva poi altre 11 tracce, con cover di Duran Duran, Deftones e diversi altri. Un’ulteriore edizione digitale, infine, arrivava a ben 61 tracce, includendo contributi di Madrugada, Cure e Tokio Hotel, fra gli altri.
Guardando oltre, ad altre produzioni, Jeff Beck, insieme a Johnny Depp, pubblicò nel 2020 un singolo con una cover di Isolation. Poi c’è il caso di Imagine, ripresa tra gli altri dalla Average White Band nel 1977, Mark Knopfler nel 1987, Ray Charles in una pubblicazione postuma del 2001, Keb Mo’ nel 2004, Anthony and the Johnsons nel 2010. Anche i Mad Season inserirono una cover di I Don’t Want to Be a Soldier di John Lennon nel loro unico album Above del 1995.
E ancora, i Midnight Oil nel 1990 uscirono con un singolo live di Instant Karma, Sinead O’ Connor registrò una versione di Mind Games pubblicata nella riedizione deluxe del 2009 di I Do Not Want What I Haven’t Got, Martin Gore pubblicò una cover di Oh My Love in Counterfeit 2 del 2003. Tra le cover più interessanti che non hanno trovato spazio nell’elenco che segue, vi segnalo quella di John Fogerty di Give Peace a Chance, pubblicata nel 2019 nell’album Imagine: John Lennon 75th Birthday Concert. Whatever Gets You Thru the Night, brano originariamente interpretato da John Lennon con Elton John, è stata ripresa in una interessante versione da Bryan Ferry e inclusa nell’edizione deluxe di Olympia del 2010.
Dalla compilation Instant Karma di cui ho parlato prima, invece, vi segnalo Watching the Wheels nell’interpretazione di Matisyahu e la cover di Nobody Told Me di Abdel Wright. Gli Shockabilly, infine, hanno pubblicato un’interessante versione di Oh Yoko! in Earth vs Shockabilly del 1984. Ma veniamo alle dieci cover più ardite di John Lennon che ho scelto per voi.
El Templo, #9 Dream
#9 Dream è la traccia che apre il secondo lato dell’album Walls and Bridges, pubblicato da John Lennon nel 1974. Nell’interpretazione di Lennon, si tratta di un brano sognante e quasi etereo. Ma nelle mani dei paraguayani El Templo acquista un tono decisamente più hard rock, in una versione decisamente ben riuscita. Il brano di El Templo è contenuto nell’album compilation Lennon Vive (Un Tributo del Rock Paraguayo), pubblicato nel 2000 e ricco di cover piuttosto interessanti.
Tor Inge Rishaug, Crippled Inside
Seconda traccia dell’album Imagine, pubblicato da Lennon nel 1971, Crippled Inside ha sempre avuto un carattere vagamente folk. Ma riuscite a immaginare una versione decisamente più country? È quello che ha creato il norvegese Tor Inge Rishaug in questa sua interpretazione, contenuta nell’album The Low Key Family del 2009.
The Cure, Love
Pubblicata originariamente nell’album del 1970 John Lennon/ Plastic Ono Band, uscito in contemporanea all’omonimo album di Yoko Ono, Love è eseguita solo da Lennon alla chitarra e voce e Phil Spector al piano. Una versione ardita molto interessante che vi consiglio di ascoltare è stata registrata da Robert Wyatt per una compilation del 2002 dal titolo Instant Karma. Ma qui ho scelto invece la cover registrata dai Cure per la compilation di Amnesty International del 2007, di cui abbiamo già parlato.
Paiko, Instant Karma
Anche di Instant Karma esistono molte cover, alcune piuttosto ardite. Originariamente pubblicata nel 1970 come singolo, venne poi inserita nella riedizione del 2001 di John Lennon/Plastic Ono Band. Tra i nomi importanti che l’hanno reinterpretata, troviamo Paul Weller, i Duran Duran, gli U2, i Toad the Wet Sprocket. Una versione particolarmente interessante, dal carattere più jazzato, è stata registrata nel 2012 da Michael Occhipinti & Shine On per l’album The Universe of John Lennon, interamente dedicato ai brani dell’artista di Liverpool. Ma io ho scelto per voi la cover realizzata dai Paiko e tratta ancora una volta dalla compilation Lennon Vive (Un Tributo del Rock Paraguayo) del 2000. Qui le strofe sono cantate in spagnolo, ma è soprattutto l’interpretazione musicale a rendere questa versione una cover decisamente ardita.
Musica Nuda, Imagine
La title track del secondo album di John Lennon del 1971 è probabilmente il suo brano più famoso e che vanta più reinterpretazioni. Tra le cover più ardite, vi segnalo la famosa versione degli A Perfect Circle inclusa nel loro album Emotive del 2004, e quella sbarazzina e irriverente di Richard Cheese pubblicata nel 2006 nell’album Silent Nightclub. Ma la palma della cover più ardita va a mio parere a un progetto tutto italiano, Musica Nuda, che vede i soli Petra Magoni alla voce e Ferruccio Spinetti al contrabbasso. Imagine è l’ultima traccia del loro album di esordio Musica Nuda e presenta degli spunti innovativi e decisamente arditi.
Cyndi Lauper, Working Class Hero
Altro grande classico di John Lennon, Working Class Hero era contenuta originariamente nell’album di esordio John Lennon/Plastic Ono Band del 1970. Anche in questo caso, ne esistono moltissime versioni. Una delle più ardite, che forse ha dato il via alle reinterpretazioni successive, è la cover pubblicata da Marianne Faithfull nel suo album Broken English del 1979. Interessante anche la versione dei Tin Machine guidati da David Bowie, pubblicata nel loro album di esordio Tin Machine del 1989, e quella del Balletto di Bronzo, eseguita dal vivo in diverse occasioni. Qui però vi propongo la cover realizzata da Cyndi Lauper al Concerto tributo a John Lennon a Liverpool nel 1990: slide guitar e cori etnici in un’esecuzione da brividi!
The Minus 5, Power to the People
John Lennon pubblicò Power to the People come singolo nel 1971. In seguito, il brano venne inserito nella compilation Shaved Fish del 1975 e come bonus track nella riedizione del 2000 di John Lennon/Plastic Ono Band. Ovviamente conoscete tutti il brano originale e sono certo che vi starete chiedendo come sia possibile farne una cover ardita. Be’, a mio parere i Minus 5 ci sono riusciti. Band di Seattle attiva dal 1993, i Minus 5 hanno spesso collaborato con il chitarrista dei R.E.M. Questa loro cover di Power to the People è inclusa nel loro Butched Covered del 1995.
George Clinton, Mind Games
Mind Games è la traccia di apertura dell’omonimo album del 1973 di John Lennon. Anche in questo caso, moltissimi artisti si sono cimentati in reinterpretazioni del brano, ma poche di queste imprese hanno prodotto cover che potremmo definire ardite. Quando però a metterci le mani è un genio come George Clinton, le cose cambiano decisamente. Clinton registrò la sua versione di Mind Games per la compilation tributo Working Class Hero: A Tribute to John Lennon del 1995.
Patricio Hermosilla, Woman
Woman è uno dei tanti meravigliosi brani che compongono l’album Double Fantasy, pubblicato da Lennon nel 1980, solo tre mesi prima della sua morte. Tra le cover più ardite di questo brano, spicca anche quella reggae dei Sunshiners, contenuta nel loro Welkam Bak Long Vanuatu del 2007. Ma la versione del rocker argentino Patricio Hermosilla è sicuramente la più ardita. Contenuta nell’album Litoralennon, completamente dedicato a brani di John Lennon, è stata pubblicata nel 2020.
Blind Melon, John Sinclair
Tratta dall’album Some Time in New York, pubblicato da John Lennon nel 1972, John Sinclair è una canzone dal contenuto schiettamente politico. John Sinclair era un poeta, scrittore e attivista politico di sinistra americano, incarcerato per possesso di marijuana, e il brano racconta la sua storia, incitando alla sua scarcerazione. La versione dei Blind Melon, pubblicata nella compilation della band del 2006 Nico, aggiunge un carattere graffiante e una ritmica accattivante che danno un tono completamente nuovo alla canzone.
Clicca qui per leggere gli altri articoli della rubrica musicale di Blitzquotidiano!