Il fumo tradizionale, causa di numerose malattie e morti premature, è ormai ampiamente riconosciuto come uno dei principali fattori di rischio per la salute. Tra i tumori, quello al polmone è il più letale e si sviluppa nell’87% dei fumatori. Tuttavia, per coloro che non riescono a smettere, molti vedono nelle sigarette elettroniche una possibile alternativa. Sebbene abbiano guadagnato popolarità negli ultimi anni, la comunità scientifica è ancora in dibattito sui reali benefici e rischi di questi dispositivi.
Le sigarette elettroniche o e-cig, sono state introdotte per la prima volta nel 2003, prima in Cina e successivamente in Europa e negli Stati Uniti. Il loro funzionamento si basa su una piccola resistenza che riscalda un liquido fino a trasformarlo in aerosol, erroneamente chiamato “vapore”. Questo aerosol viene poi inalato dall’utente, che crede così di evitare i danni causati dal fumo tradizionale.
Esistono diverse varianti di e-cig, come i dispositivi usa e getta noti come puff, che offrono un numero limitato di tiri. Inoltre, dal 2015, è stato introdotto un nuovo prodotto, il tabacco riscaldato come l’IQOS, che, pur utilizzando tabacco, lo riscalda a temperature più basse rispetto alle sigarette tradizionali, riducendo le sostanze tossiche prodotte dalla combustione.
La risposta non è semplice. Anche se le sigarette elettroniche emettono meno sostanze tossiche rispetto alle sigarette tradizionali, non sono prive di rischi. Secondo studi recenti, i liquidi utilizzati nelle e-cig possono contenere composti organici volatili e metalli come cromo e nichel, che possono danneggiare il sistema respiratorio e nervoso. Inoltre, molti aromi contengono sostanze come il diacetile, collegato alla bronchiolite obliterante.
Anche se il fumo passivo di sigarette elettroniche è meno pericoloso di quello delle sigarette tradizionali, gli aerosol rilasciati aumentano la concentrazione di particolato nell’aria, con effetti potenzialmente nocivi per la salute.
La questione se le sigarette elettroniche aiutino o meno a smettere di fumare è ancora oggetto di dibattito. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato nel 2024 che le sigarette elettroniche “non si sono dimostrate efficaci” per smettere di fumare. Uno studio italiano del 2024 ha inoltre rilevato che chi passa dalle sigarette tradizionali alle e-cig ha quattro volte più probabilità di ricominciare a fumare.
Una preoccupazione crescente riguarda l’aumento dell’uso delle sigarette elettroniche tra i giovani. Secondo l’OMS, il 55% dei ragazzi italiani tra i 13 e i 15 anni ha provato una sigaretta elettronica. I produttori utilizzano tecniche di marketing mirate, con design accattivanti e aromi che attraggono i più giovani, aumentando così il rischio di dipendenza da nicotina.
Le sigarette elettroniche e i dispositivi a tabacco riscaldato contengono diverse sostanze cancerogene come la formaldeide e l’acetaldeide. Secondo studi recenti, i fumatori “duali”, che usano sia sigarette tradizionali che elettroniche, hanno un rischio di contrarre il cancro ai polmoni quattro volte superiore rispetto a chi fuma solo sigarette a combustione.
In conclusione, nonostante siano emerse come alternativa al fumo tradizionale, le sigarette elettroniche non sono prive di rischi e richiedono ulteriori studi a lungo termine per comprendere appieno i loro effetti sulla salute.
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