Per chi già non vede l’ora e per chi ha bisogno di un mese per prepararsi spiritualmente alla condanna del Natale: esce il 26 novembre per i tipi di Sellerio un vecchio e fortunato titolo di Claude Lévi-Strauss degli anni ’50 del secolo scorso (“Babbo Natale giustiziato”, traduzione dal francese di Clara Caruso).
“Babbo Natale giustiziato” di Claude Lévi-Strauss
Lo sguardo del padre dell’antropologia moderna e dello strutturalismo si posa su un fatto di cronaca della provincia francese: il pomeriggio del 23 dicembre, anti-vigilia di Natale del 1951, sul sagrato della cattedrale di Digione viene prima impiccato e poi dato alle fiamme il fantoccio di un Père Noël, di un Babbo Natale.
È la chiesa locale che ha messo in scena tutta la riprovazione e il rifiuto del processo di “paganizzazione” della Festa della Natività. Una protesta rituale che suggerisce a Lévi-Strauss un’indagine divertita sulla figura di Babbo Natale fuori dal santino devozionale. Chi è quest’uomo dalla barba bianca e le vesti scarlatte, chiaro segno di regalità, e che i cattolici offesi invece denunciano come “usurpateur et hérétique”?
Non è un santo perché sconosciuto alla tradizione, non un eroe perché non esce da un mito, non un personaggio semi-storico perché partorito da qualche leggenda. Appartiene, piuttosto, osa Lévi-Strauss, al dominio delle divinità: intercede, in particolare, tra il mondo dei bambini e quello degli adulti.
“Un’entità sovrannaturale e immutabile, caratterizzata da apparizioni periodiche e fisse, e oggetto di venerazione da parte di una specifica categoria di persone: i bambini” (fondazione Lorenzo Valla).
I bambini ci credono, gli adulti no, ma li incoraggiano a crederci
Un concentrato di “coerenti illogicità” che separa quelli che ci credono da quelli che non ci credono, gli adulti, dispostissimi tuttavia a incoraggiare quella credenza.
L’episodio di Digione, ci avverte Gianfranco Marrone nella sua Introduzione, si riferisce alla categoria storico-antropologica della «natalizzazione», un altro dei modi in cui agisce il “contratto sociale” iniziatico che disciplina i rapporti di simbolizzazione rituale che intercorrono tra i vivi e i morti.