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LeggerMente, il consiglio letterario di oggi: "Il Gattopardo", Giuseppe Tomasi di Lampedusa (foto Ansa-Blitzquotidiano)
Il 23 luglio 1957 moriva Giuseppe Tomasi, principe di Lampedusa. A parte per la cerchia ristretta della famiglia, quel nome e quella morte passarono inosservati in Italia. Il romanzo di una vita cui s’era dedicato, già rifiutato da Elio Vittorino per Einaudi, fu pubblicato l’anno successivo da Feltrinelli grazie a Giorgio Bassani consigliato da Elena Croce.
Clamore, giubilo, successo internazionale. Nel 1963 Luchino Visconti ne trasse il film che definitivamente impose il volto di Burt Lancaster a Fabrizio Corbera, nobiluomo siciliano protagonista della vicenda, colto al tramonto dell’epopea borbonica travolta dalla storia e da un uomo a cavallo.
LeggerMente: “Il Gattopardo”
“Quel Garibaldi, quel barbuto Vulcano aveva dopo tutto vinto”, è tra i suoi ultimi pensieri. Parliamo ovviamente de “Il Gattopardo”, rigorosamente con la maiuscola (Feltrinelli, pagg. 304, euro 18), di cui è appena uscita l’ultima edizione.
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Non è Fabrizio il “gattopardo” del titolo, un termine che è diventato per antonomasia allusivo di certa propensione opportunistica. Non è Fabrizio a pronunciare la ormai famigerata formula “se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi”.
A giorni uscirà su Netflix uan serie tv dedicata al principe di Salina, vedremo quaanto Kim Rossi Stuart reggerà l’onere che fu del mitico Burt. Intanto meglio rileggerlo. Si scoprirà che la frase è del nipote Tancredi.