LeggerMente, il consiglio letterario di oggi: "Il giorno dei trifidi", di John Wyndham (foto Ansa-Blitzquotidiano)
“Quando un giorno che secondo voi dovrebbe essere mercoledì, vi sembra fin dall’inizio domenica, potete stare certi che qualcosa non va”. È l’incipit di un classico della fantascienza degli anni cinquanta del secolo scorso, quando la science fiction di qualità usciva dal recinto pulp, “Il giorno dei trifidi” (Neri Pozza, traduzione di Margherita Bulgheroni, pagg. 342, euro 18) di John Wyndham.
Bill Masen è in un letto d’ospedale, convalescente. Ci vede. Il mondo intorno a lui è orribilmente cambiato: a causa di una tempesta solare una pioggia di meteoriti seguita a una grnde radiazione luminosa si è abbattuta sulla Terra.
La maggior parte degli umani è perita o diventata cieca, alla devastazioni si aggiunge una feroce lotta per la sopravvvnza tra i pochi superstiti. E l’inavasione.
I meteoriti hanno sparso anche un seme sconosciuto che fa riprodurre alla velocità della luce una strana pianta che ingoia tutto ciò che incontra, umani compresi. Queste escrescenze verdi, queste radici oblunghe e grottesche, Bill le conosce bene, è un biologo, i trifidi sono mostri alieni, piante semoventi goffe e vagamente ridicole, uno speciale agglomerato a tre appendici culminanti in forma di tromba che sarebbe davvero stupido non prendere sul serio.