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LeggerMente, il consiglio letterario di oggi: “Il ragazzo” di Annie Ernaux

Letteratura come surrogato della vita, autofiction come forma educata di autoindulgenza? Riapriamo un libriccino di Annie Ernaux, scritto giusto pochi mesi prima di vincere il Premio Nobel per la Letteratura nel 2022.

In “Il ragazzo” (L’Orma editore, traduzione di Lorenzo Flabbi, pagg. 64, euro 8), la protagonista, alter ego riconoscibile dell’autrice, intrattiene una relazione sentimentale con uno studente di 30 anni più giovane. Malizia corrente lo qualificherebbe come “toy boy”.

LeggerMente: “Il ragazzo” di Annie Ernaux

Fanno l’amore nei weekend nell’appartamentino di studente squattrinato e un po’ tamarro a Rouen, dove anche lei è cresciuta e da dove è fuggita per emanciparsi dalle angustie materiali e spirituali dei nati senza camicia.

Lei lo introduce alla letteratura e alle sofisticazioni di donna di mondo, lui le offre un viso in cui specchiarsi ancora giovane e bella. È borghese, divorziata, femminista, libera: esibisce la conquista con orgoglio malcelato agli sguardi dei benpensanti.

All’uscita del racconto, Annalena Benini su Il Foglio concludeva la sua recensione constatando che nello scambio lei aveva fatto un buon affare. E anche lui, A., il ragazzo: “Sia per quei due anni che per questo libro”.

LeggerMente, il consiglio letterario di oggi: “Il ragazzo” di Annie Ernaux (foto Ansa-Blitzquotidiano)

Oggi, però, A. è uscito allo scoperto, ha saltato lo steccato della fiction e spera di regolare qualche conto in sospeso. Si chiama Philippe Vilain, è professore di francese alla Federico II di Napoli, ha l’età della Ernaux ai tempi in cui era il suo “cattivo allievo”, e ha scritto la sua versione, appena uscita in Francia.

La vendetta letteraria dell’ex ragazzo

“Mauvais élève”, appunto (ne scrive oggi Stefano Montefiori su Corriere.it). Ancora adesso sembra non aver digerito la condiscendenza di una donna che pure aveva amato, ma che lo considerava poco più di un oggetto di piacere.

“Il giovane uomo non è un essere pensante, non sono più che un corpo, è un processo violento… Capovolgiamo le cose per un istante: se oggi, a 55 anni, io scrivessi La ragazza usando gli stessi termini che Annie Ernaux ha usato per me, quel libro sarebbe apprezzato? O verrebbe invece messo all’indice?” (intervista rilasciata a L’Express).

L’argomentazione ha una sua logica, specie se la romanziera si prefigge di scrivere “per vendicare la mia razza e il mio sesso”, e sì, anche l’amore è un gioco di potere dove valgono i rapporti di forza. Ma sai quale scoperta. Intanto, l’ex ragazzo si è ritagliato un posticino comodo al sole della fama planetaria di un premio Nobel.

 

Published by
Francesca Ripoli