È il libro di cui si deve parlare, il fenomeno editoriale del decennio (enfatizza The Guardian). Il personaggio pubblico Sally Rooney rischia addirittura di oscurare la scrittrice. Intermezzo (Einaudi, traduzione di Norman Gobetti, pagg. 432, euro 22) è l’attesissimo (da pochi lettori, da legioni di lettrici) suo quarto e ultimo romanzo, il più ambizioso.
LeggerMente: “Intermezzo” di Sally Rooney
Anche il più riuscito? Sul New York Times, che pure lo loda, affiora una critica: “overlong and undercooked”, troppo lungo e poco cotto. Rooney non smette di indagare gli spazi di relazione — amorosa, familiare, sociale — coerente con i temi che garantiscono forte immedesimazione e un apprezzamento al limite della devozione.
Stavolta, al centro del romanzo ci sono due uomini, i fratelli Peter e Ivan: hanno appena perso il padre, circostanza che metterà a soqquadro la loro di relazione. Opposti caratteri, dieci anni di differenza, nell’interludio che serve ad elaborare il lutto scoprono di non sapere nulla l’uno dell’altro.
Le due esistenze corrono su binari paralleli, due monologhi interiori a confronto, nella tragica consapevolezza di un’incomunicabilità fitta come una nebbia impenetrabile. “Più che di amore, a pensarci, si potrebbe dire che Sally Rooney scriva a partire dalle solitudini” (Davide Coppo, su Rivista Studio).