Non è vero che la perfezione non esiste; solo è un po’ noiosa, non prevede inciampi o sorprese. Georges Simenon, per esempio, è uno scrittore perfetto: non sbaglia mai, nemmeno quando si cimenta con il racconto. Ne ha scritti 178 in totale, gran parte inediti in Italia almeno fino agli anni ’90. Senza Maigret protagonista, ne sappiamo poco.
LeggerMente: “La cantante di Pigalle e altri racconti”
Quasi sempre gioielli narrativi, come i quattro pubblicati nella raccolta “La cantante di Pigalle e altri racconti” (nella collana economica Gli Adelphi, pagg. 699, 12 euro, traduzione di Marina Di Leo). Perfetto perché, pur fin troppo prolifico, Simenon riusciva senza sforzo in un “miracolo quotidiano” (Henry Miller): ostriche e champagne a mensa tutti i giorni.
“Sette crocette su un taccuino”, il primo di questi quattro, è l’unico pubblicato in vita: un racconto lungo, uscito nel 1951. In un altro, a condurre le indagini è una “chanteuse de Pigalle”. Una Parigi senza sole riflette, come uno specchio, ordinari fallimenti esistenziali: clima e psicologia, come dialoghi e descrizioni, si confondono fino a coincidere. Bassifondi morali. Mediocri delitti.