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LeggerMente, il consiglio letterario di oggi: “La macchina degli abbracci” di T. Grandin

Due assi di legno compensato assicurate a una panca e mosse da una serie di rulli per chiudersi verso il centro. Immaginate di stringervi all’interno: la pressione laterale delle assi simula un vigoroso abbraccio. Nasce così la “macchina degli abbracci”. L’ha inventata Temple Grandin, etologa di fama mondiale, che deve le sue scoperte alla sua intelligenza e sensibilità, prima di bambina e poi di ragazza autistica.

LeggerMente: “La macchina degli abbracci” di T. Grandin

Nel 2007 diventò uno straordinario caso letterario (La macchina degli abbracci. Parlare con gli animali, Adelphi, pagg. 430), oltre che un punto di vista interno rispetto all’elusivo spettro di conoscenze disponibili in tema di autismo.

Temple ha l’intuizione osservando come le mucche diventassero mansuete all’interno delle gabbie di contenimento usate dai veterinari. Estranea ai rituali della società, intollerante a ogni forma di contatto, capisce che, se non può ricevere un abbraccio umano, se ne può comunque procurare uno artificiale.

LeggerMente, il consiglio letterario di oggi: “La macchina degli abbracci” di T. Grandin (frame youtube)

3 dicembre, Giornata internazionale delle persone con disabilità

I suoi codici di interpretazione del mondo sensibile sono eccentrici rispetto alla norma, un po’ come quelli degli animali. La macchina funziona: calore e contenimento attivo (la scienza ha dimostrato che, negli animali, aumentano la risposta di gratificazione) le placano ansia e paura, senza gli spiacevoli effetti collaterali del temuto contatto fisico con i propri simili.

Approfittiamo della Giornata internazionale delle persone con disabilità per consigliare questo saggio che non è un manuale di autoaiuto né una predica sull’inclusività. Temple Grandin offre spericolate vie di fuga dall’autocommiserazione. Originale e seducente, resta il contributo di una scienziata, “un antropologo su Marte”, come ebbe a definirla Oliver Sacks, perché, mentre sembra conoscere la lingua degli animali, fornisce osservazioni puntuali sugli incomprensibili alieni che la circondano: i sedicenti normodotati che troppo ignorano del mondo, degli animali, delle persone diversamente abili, di sé stessi.

 

 

Francesca Ripoli

Sono nata a Trieste ma da anni ormai vivo a Milano. Le mie passioni sono la lettura e soprattutto la scrittura. Mi occupo di tutto quello che lo straordinario mondo del giornalismo ha da offrire, con un occhio di riguardo ovviamente all'originalità.

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