Ha compiuto mezzo secolo il rompicapo digitale più famoso del mondo: posate il telefonino, digitale qui significa per mezzo delle dita. Stiamo parlando del “cubo” di Rubik, dal nome del suo inventore.
Il cubo di Rubik compie 50 anni
“C’è una connessione molto forte tra la mente e le dita. Il cubo ha una grande potenza ed è in grado di coinvolgere le persone allo stesso modo di 50 anni fa. Spero che questo continui per i prossimi 50 anni”. Ci associamo all’auspicio di Erno Rubik.
E proponiamo, per festeggiarlo, un rompicapo ancora più difficile, a partire da una poesia di quasi 500 anni fa, “Quando che ‘l cubo”, scritta dal famoso matematico Niccolò Tartaglia.
“Quando che ‘l cubo”, la poesia cifrata di Niccolò Tartaglia
Si tratta di una poesia che è anche un messaggio cifrato di Tartaglia, quello del “triangolo di Tartaglia”, colui che risolse algebricamente le equazioni di terzo grado. Messaggio nascosto indirizzato a uno dei pochissimi che all’epoca, aveva cervello e orecchie per intendere, il matematico Girolamo Cardano.
Questa la poesia con enigma di Tartaglia:
Quando che ‘l cubo con le cose appresso
se agguaglia à qualche numero discreto
trovan dui altri differenti in esso.
Dappoi terrai questo per consueto
che’l lor produtto, sempre sia eguale
al terzo cubo delle cose neto.
El residuo poi suo generale,
delli lor lati cubi ben sottratti
varra la tua cosa principale.
Questi trovati, et non con passi tardi,
nel mille cinquecent’ e quattro e trenta,
con fondamenti ben sald’ e gagliardi,
nella città del mar’intorno centa.
Complicato ma non impossibile (qui la soluzione). Cardano finirà per rimangiarsi la promessa di non pubblicare la missiva in forma poetica, Tartaglia lo chiamò “huomo di poco sugo” ma finì i suoi giorni triste e isolato.