Dove eravamo rimasti? Vent’anni prima, siamo negli anni ’50, Ellis Lacey abbandonava in nave il borgo natio in Irlanda, Enniscorthy, diretta a New York in cerca di fortuna. Che sembra trovare come impiegata in un grande magazzino, quando riceve la straziante notizia della morte della sorella. Deve tornare per stare un po’ accanto alla madre ottantenne, ma prima si sposa con l’italoamericano Tony Fiorello.
LeggerMente: Long Island, di Colm Tóibín
Chi ha amato (tanti nel mondo) “Brooklyn” (anche un bel film con Saoirse Ronan) riconoscerà la Ellis di Colm Tóibín, il grande scrittore irlandese, nato a Enniscorthy, appunto, il villaggio dove è cresciuto e che continua a vivere nei suoi romanzi.
In “Long Island” (Einaudi, traduzione di Giovanna Granata, pagg. 280, euro 20) Ellis e Tony sono sposati da vent’anni, hanno due figli adolescenti, una famiglia italo-americana premurosa ma invadente accanto, una convenzionale ma appagante vita domestica che all’improvviso va in pezzi. Ritorno a Enniscorthy.
“Una madre che non l’ha mai perdonata, le amicizie di una giovinezza ormai tramontata, e poi lui, Jim Farrell, l’amore che avrebbe potuto essere e non è stato” (Einaudi).