Sempre Mina. Comunque Mina. A poche settimane dall’uscita del suo ultimo album dal titolo “Gassa d’amante”, per il Saggiatore esce “Mina. La voce del silenzio. Presenza e assenza di un’icona pop” (pag. 488, a cura di Giulia Muggeo, Gabriele Rigola e Jacopo Tomatis). Si tratta di un saggio a più voci su Mina, la Tigre di Cremona, la diva indiscussa della canzone italiana.
Ivano Fossati nella appassionata prefazione resta fan devoto ma accorto, conosce gli arcani della divinità. “La burattinaia di se stessa sta nell’ombra e muove i fili delle sue maschere. Monta il proprio teatro e sale in scena quando vuole e come vuole. Al cannibale lascia solo la voce e gli deve bastare. Mette perfino una frontiera fra la vita vera e il resto. Più chiaro di così…”.
Il saggio segue gli atti di un convegno organizzato all’Università di Torino. Lo studio della fenomenologia di un mito elusivo, un mito separato in due emisferi, i mondi paralleli della visibilità sensazionale e dell’assenza iconica. Da quel 23 agosto 1978, la sera del suo ritiro dalle scene sul palco della Bussola.
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