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LeggerMente, il consiglio letterario di oggi: "Re Artù. Una biografia", di Francesco Marzella
Re Artù, chi era costui? È certo che sia esistito davvero? In effetti ne sappiamo poco o nulla per rispondere con correttezza filologica, a dispetto tuttavia di un fiorire inesauribile di leggende intorno alla sua figura, territorio sterminato di miti e narrazioni, resoconti scritti, tradizioni orali, personaggi, simboli, credenze.
Il nome, Arthur in gallese, Arturius in latino, rinvia a una radice celtica riferibile a orso. Primi documenti lo collocano nell’Alto medioevo, intorno al VI secolo dopo Cristo: è il condotiero dei Britanni che valorosamente affronta le incursione dei Sassoni. Poco altro: Artù ne era il re, Ginevra la regina, forse insidiata dal traditore Mordred?
LeggerMente: “Re Artù. Una biografia”, di Francesco Marzella
Prova (con successo) a spiegare come un breve nome avvolto nel mistero di un passato oscuro sia diventato l’eroe eponimo di una saga che per popolarità mondiale rivaleggia con la Bibbia o i poemi omerici, Francesco Marzella, storico ed esperto di letteratura medievale e di testi arturiani a Cambridge.
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Con “Re Artù. Una biografia” (Laterza, pagg. 220, euro 19) Marzella ci guida in questa terra incognita cresciuta per accumulo progressivo, una stratificazione di creazioni narrative a partire dal 1136 grazie a Goffredo Monmouth, un prete gallese, primo a intessere nel mito il fragile filo del lascito storico.
Un altro chierico, Wace, che stavolta scrive nel dialetto francese parlato in Inghilterra dai conquistatori normanni, aggiungerà alla leggenda la Tavola Rotonda. Poi è la volta del più noto Chretien de Troyes che introdurrà la ricerca del Santo Graal e il romanzo di Lancillotto e Ginevra.
La “speranza bretone”
Il mito di Artù si è affermato a tal punto, alla fine del XII secolo, da far progredire un sentimento messianico di attesa nota come la “speranza bretone”, speranza capace di sovvertire l’ordine costituito. Come d’incanto, una tomba emerge dalle nebbie di Glastonbury: il re è morto, non tornerà, i sovrani inglesi possono dormire sonni tranquilli. Dunque chi era Artù, è esistito veramente?
Marzella non ha dubbi. “Sì, è esistito mella misura in cui le sue imprese hanno popolato e popolano l’immaginazione di molti uomini e donne ormai da svariati secoli, ispirando infiniti racconti. E tanto basta”.