Lettera Celli (Luiss) al figlio: “L’Italia non ti merita, abbiamo fallito”

«Avremmo voluto che l’Italia fosse diversa e abbiamo fallito. Non è più un posto in cui si possa stare con orgoglio. Per questo il mio consiglio è che tu, finiti i tuoi studi, prenda la strada dell’estero».

È quanto scrive al figlio, in una lettera aperta pubblicata da Repubblica, il direttore generale della Luiss, Pier Luigi Celli. Secondo Celli, valori come «il senso di giustizia, la voglia di arrivare ai risultati, l’idea che lo studio duro sia la sola strada per rendersi credibili e affidabili» hanno sempre meno valore «in una società divisa, rissosa, fortemente individualista, pronta a svendere i minimi valori di solidarietà e di onestà, in cambio di un riconoscimento degli interessi personali, di prebende discutibili, di carriere feroci fatte su meriti inesistenti». «A meno che – aggiunge – non sia un merito l’affiliazione politica, di clan, familistica».

L’Italia, prosegue Celli citando casi come quello dei manager delle aziende, della ristrutturazione di Alitalia ma anche il mondo delle veline e dei tronisti, «è un Paese in cui nessuno sembra destinato a pagare per gli errori fatti; figurarsi se si vorrà tirare indietro pensando che non gli tocchi un posto superiore, una volta officiato, per raccomandazione, a qualsiasi incarico». Per tutto ciò, Celli invita il figlio, «con il cuore che soffre più che mai» a «prendere la strada dell’estero». «Dammi retta – conclude – questo è un Paese che non ti merita. Avremmo voluto che fosse diverso e abbiamo fallito. Anche noi».

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