La mummia di Lenin, l’ombra di Stalin, la Rivoluzione comunista in Russia: Ezio Mauro oltre la morte del leader - Blitzquotidiano.it
La mummia di Lenin è il titolo dell’ultimo libro di Ezio Mauro (editore Feltrinelli, prezzo 20 euro, Kindle 10,99 euro).
Mauro, per 20 anni direttore di Repubblica dopo averlo diretto la Stampa, è stato per: anni corrispondente da Mosca per Repubblica al tempo della Perestrojka e della crisi economica più nera e parla correntemente il russo.
Il libro raccoglie in modo organico le puntate uscite su Repubblica in occasione del centenario della morte di Lenin, avvenuta nel 1924.
La lettura, ritmata dallo stile incalzante e paolino di Mauro, è avvincente. In quelle 196 pagine si scoprono le segrete vicende degli ultimi anni di vita di Lenin intrecciate con quelle della Rivoluzione sovietica.
Sono pagine che aiutano a capire, meglio di un trattato, uno dei fatti decisivi del secolo scorso. Sullo sfondo si staglia la titanica figura di Stalin, gigante, eroe e criminale.
Viene alla luce anche la misteriosa morte della moglie di Stalin, Nadežda Sergeevna Allilueva (la madre di Svetlana), accreditata come suicidio, i cui inquietanti risvolti, esposti in luce spietata da Simon Sebag Montefiore nella sua biografia del leader sovietico, Mauro ricorda senza sconti.
Per completare la presentazione, riporto le parole stampate sulla copertina del libro.
Il mausoleo di Lenin sulla piazza Rossa è più di un sepolcro: è il cuore pulsante di un’epopea che ha plasmato il Ventesimo secolo. Qui, nella fissità del granito rosso, si conserva il corpo imbalsamato dell’uomo che dirottò la storia e fece della rivoluzione un’idea eterna. Ma cosa accade quando il tempo si compie e l’ideologia che lo ha reso icona si dissolve?
Lenin non è solo un leader, è un enigma che attraversa le epoche, sopravvive alla caduta dell’Urss e riemerge come simbolo nell’odierna Russia di Putin.
Dalla sua ascesa alla guida dell’insurrezione bolscevica alla malattia che ne segnò il declino, questo libro ricostruisce il mistero del corpo che non può essere seppellito, della memoria che non può essere cancellata.
Perché la sua morte – temuta, nascosta, proibita – è anche il sigillo su un potere che ha sempre avuto bisogno della sua presenza per legittimarsi.
Seguendo Lenin attraverso le sue stanze segrete, i suoi viaggi e i documenti inaccessibili per un secolo, il racconto svela i retroscena della sua imbalsamazione, affidata a uno scienziato riluttante, e il significato di un esperimento politico che ha sfidato la natura stessa della storia. Con uno sguardo lucido e una scrittura avvincente, l’autore offre una riflessione sulla Russia di ieri e di oggi, sulle sue continuità e sulle sue fratture, e su un corpo che continua a inquietare il presente.