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Libro di un parà della Folgore best seller di Amazon: “Pioggia salata”, Pino Nicotri intervista l’autore

Il libro di un parà della Folgore è diventato rapidamente un best seller di Amazon e nei bookstore della Mondadori lo affiancano ai premi Strega e ai grandi protagonisti del thriller. E si profila all’orizzonte la realizzazione di una serie televisiva e di un docufilm che non passerà inosservato.

Si affianca al libro “Il mondo al contrario”, scritto dall’ex generale della Folgore Roberto Vannacci. Libro che ha folgorato la Lega fruttando al generale la sua fulminea adozione da parte di Matteo Salvini e la conseguente elezione all’europarlamento, più il lancio in proprio del movimento politico “Il mondo al contrario”, dal nome del libro.

Il nuovo libro è il romanzo intitolato “Pioggia salata”: un thriller mozzafiato, dal ritmo incalzante, di ben 576 pagine ad alta tensione e ricche di sentimenti, che il ministero della Difesa non voleva venisse pubblicato.  L’autore è Massimiliano Festa, sergente parà della Folgore nato ad Avellino nel 1975, laureato in Scienze e Tecniche Psicologiche, master in Peace building management, entrato nella Folgore a 19 anni e oggi in servizio al ministero della Difesa.

Un libro rifiutato dagli editori

Il libro di Max Fests Pioggia Salata
Libro di un parà della Folgore best seller di Amazon: “Pioggia salata”, Pino Nicotri intervista l’autore – Blitzquotidiano.it (foto dal web)

DOMANDA – Ho letto che il suo romanzo è stato rifiutato da varie case editrici preoccupate per il contenuto e che infine se l’è pubblicato in selfpublishing, cioè se l’è auto pubblicato, con Amazon. Qual era il contenuto che preoccupava le case editrici?

RISPOSTA – Gli omicidi di Ilaria Alpi, Lorenzo D’Auria e Marco Mandolini, oltre ai vertici della CIA, del KGB e di un politico di caratura internazionale.

D) – Ilaria Alpi era una giornalista del TG3 ed è stata uccisa a Mogadiscio il 20 marzo 1994 assieme al suo operatore Miran Hrovatin non si sa ancora da chi e perché. Gli altri due che lavoro facevano?

R) – Erano entrambi parà della Folgore. D’Auria faceva parte della missione della NATO in Afganistan chiamata ISAF ( International Security Assistance Force ). Rapito dai talebani nel settembre 2007 è morto in circostante misteriose. Aveva compiti di intelligence per conto dei servizi segreti militari, all’epoca SISMI, oggi AISE.

D) E Marco Mandolini ?

R) Era anche lui della Folgore ed è stato ucciso il 13 giugno 1995 a Livorno. Il 3 giugno 2023 Il Giornale pubblica un articolo nel quale si sostiene che la CIA il giorno prima aveva saputo che sarebbe stato ucciso.

D) – Perché il padre Mario di Lorenzo D’Auria non ha mai creduto molto alla versione ufficiale della morte del figlio? Il giornale “Modena in diretta” ha scritto infatti che ha passato anni a scandagliare il web per cercare di raccogliere informazioni. E il 4 ottobre 2019 a quel giornale Mario D’Auria ha detto “Ancora non so come è morto Lorenzo”.

Fuoco amico

R) – Perché dall’autopsia risulta ucciso da proiettili Nato, quindi fuoco amico dei SAS,  forze speciali inglesi.

D) – Il 18 agosto 2021, dopo il repentino abbandono dell’Afganistan da parte degli USA e della Nato, Mario D’Auria allo stesso giornale ha chiesto: “Mio figlio morto in Afghanistan, a che è servito?”. Lo chiedo a lei: a cosa è servito?

R) – A nulla. Siamo solo pedine, spostate sulla scacchiera per fini meschini: affari di Stato mascherati da strategie geopolitiche.

D) – Chi è il “politico di caratura internazionale” che preoccupava le case editrici? Lei nomina anche “i vertici della CIA e del KGB”? Perché, a proposito di che cosa?

R) – CIA e KGB sono protagonisti. Di tante vicende… Il nome del politico, ancora oggi molto protagonista internazionale, è meglio che lo legga nel libro.

D) – Di cosa si occupa al ministero della Difesa?

R) – Domanda di riserva? Passiamo a quella successiva.

D) – Non insisto. Dev’essere una bella soddisfazione che il suo romanzo rifiutato e perciò autopubblicato è ora un best seller di Amazon.

R) – Sì, Amazon è stato un trampolino di lancio che ha permesso al romanzo di finire nel mirino di imprenditori cinematografici arabi.

D) – Quindi potremmo vedere Pioggia salata sul grande schermo?

R) – Sembrerebbero più intenzionati ad una serie televisiva.

D) – A proposito di film, si vocifera che sarà protagonista di un docufilm prodotto e sceneggiato da personaggi di spicco.

R) Sì, è un docufilm di spessore, dove si metteranno a nudo verità scottanti.

D) – Quale sarà il suo ruolo?

R) Oltre agli attori, professionisti affermati, ci saranno altre due figure: uno storico e un esperto di intelligence. Io sarò il consulente.

D) – Ritorniamo al romanzo. Per quale motivo ha deciso di scriverlo?

R) – Sono stato scosso da un messaggio, inviatomi nel 2000 da Francesca, la vedova di D’Auria. E per amore, un amore tormentato.

D) Che messaggio e che amore erano?

R) – Il messaggio di Francesca è riportato nella quarta di copertina: “I miei tre bambini vorrebbero tanto sentir parlare del loro papà”. Parole che si sono trasformate in un detonatore, facendo esplodere la sete di giustizia per la morte dell’amica Ilaria Alpi, conosciuta da Lorenzo in Somalia”. Il messaggio di Francesca scuoterebbe chiunque. In merito agli omicidi irrisolti di Ilaria Alpi e Marco Mandolini c’è un nesso.

D) Qual è il nesso?

R) – La Somalia, con i suoi retroscena

D) – Romanzo almeno in parte autobiografico?

R) – Sì.

D) – Anche l'”amore tormentato” è autobiografico?

R) – Purtroppo sì. Nel romanzo è Zoya.

D) – Avverto un velo di tristezza nelle sue parole?

R) – Eh… sì. “Il cuore è un guazzabuglio” diceva Manzoni. Io dico che l’amore è inferno e paradiso.

D) – Perché il titolo Pioggia salata?

R) – Il titolo racchiude la sintesi di un’esperienza dolorosa che racconto nel romanzo.

D) – Lo sa che un altro parà delle Folgore, il generale Roberto Vannacci, ha scritto anche lui un libro? Si intitola “Il mondo al contrario”, ma non è un romanzo. Il suo invece che mondo è?

R) – È un mondo inclusivo, non divisivo. L’Italia ha superato con enorme fatica la tragedia che ha visto contrapposti fascisti e partigiani. È una ferita non rimarginata del tutto, e le ferite non vanno curate con il sale.

D) – Lei il libro di Vannacci lo ha letto?

R) – No. Sono uno sfegatato di Dostoevskij.

D) – Entrerà anche lei in politica, magari fondando un suo partito?

R) – No, non ne ho le capacità.

D) – In fondo alla quarta di copertina c’è scritto anche quanto segue:

“2024 Decido di combattere impugnando un’arma micidiale: l’inchiostro”.

Lei quindi ha scritto il romanzo quest’anno per combattere? Per cosa? E perché lo ha deciso quest’anno?

R) – Combatto per chi è stato dimenticato dallo Stato. E per una ragazza che è ancora in vita, e non so se lo sarà ancora per molto. In riferimento alla tempistica, ho aspettato che i miei figli fossero grandicelli. Ho atteso il loro nullaosta. Il libro  avrebbe potuto comprometterli.

D) Comprometterli? Come?

R) – Il romanzo è scomodo. Mi hanno chiesto di non pubblicarlo. E non me lo hanno chiesto gentilmente.

D) – Perché ha deciso di fare il tiratore scelto e il paracadutista?

R) – Casualità. La domanda come obiettore si coscienza è stata inoltrata in ritardo dal distretto militare.

D) – Due scelte estreme, l’una opposta all’altra.

R) – A quanto pare gli estremi mi attraggono.

D) – Come si diventa tiratore scelto?

R) – Si viene selezionati dagli istruttori.

D) – Quante volte s’è lanciato col paracadute?

R) – 48 volte.

D) – L’altezza più alta e quella più bassa dalle quali si è lanciato e la distanza dal suolo più corta al momento dell’apertura del paracadute?

R) 4.000 metri l’altezza massima. 400 metri quella minima, 250 metri, praticamente un soffio, la distanza più corta dal suolo all’apertura del paracadute.

D) – Mai provata paura che il paracadute non si aprisse?

R) – Sempre.

D) – Cosa si prova prima che si apra il paracadute quando ci si lancia e si cade nel vuoto?

R) – L’emozione di volteggiare nel cielo come gli uccelli: è adrenalina mista a terrore.

D) – E quando si apre il paracadute?

R) – Si riprende a respirare regolarmente.

D) – Scrivere “Pioggia salata” è stato come lanciarsi col paracadute?

R) No, ricordare persone che non ci sono più è un’emozione più forte.

D) – Chi sono queste persone che non ci sono più?

R) – Altri protagonisti del romanzo.

D) – L’esperienza più positiva e quella più negativa maturata nella Folgore?

R) – La fratellanza e il nonnismo.

D) – Perché nella quarta di copertina del suo romanzo c’è scritto anche quanto segue:

“1998 Kuwait. Lì conobbi Zoya, una ragazza vicina alla CIA, un’anima tormentata e complessa. La presentai a Lorenzo D’Auria – agente segreto del SISMI – che mi gelò: “Stai attento, quella donna è l’incarnazione dell’inganno, un enigma vivente”. Zoya, divenuta petalo e lama sul mio cuore, una notte mi sussurrò un segreto inconfessabile”.

R) – Perché il segreto di Zoya mi ha sconvolto la vita. Zoya è uno dei tantissimi personaggi reali.

D) – E qual è il segreto di Zoya?

R) – Lo saprà leggendo il mio romanzo.

D) – Lei è una persona impegnata nel sociale, mette la sua casa e altre strutture da lei create a disposizione dei rifugiati delle guerre. Questa sensibilità è figlia delle sue esperienze nei campi di battaglia, dove ha respirato la sofferenza degli indifesi?

R) – È probabile, le nostre sensibilità, come i traumi, hanno natali incerti.

D)  Campi di battaglia: quali. E quando?

R) – Anziché “campi di battaglia” chiamiamoli “teatri operativi”. Dal 1995 al 2000.

D) – Ultima domanda: saremo trascinati in guerra contro la Russia?

R) Contractor e forze speciali di molti Paesi occidentali sono già operativi in Ucraina. Quindi: siamo già in guerra.

 

 

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