Liti, insulti e discussioni: è la tv italiana stile stadio

di Alessandro Avico
Pubblicato il 21 Dicembre 2009 - 13:21| Aggiornato il 17 Luglio 2011 OLTRE 6 MESI FA

Sui principali canali televisivi, Rai, Mediaset e La7, oltre 38 ore al giorno di programmazione sono a rischio offese, urla e litigi. È quanto emerge da uno studio condotto da Comunicazione Perbene, l’associazione che si batte per l’ecologia nella comunicazione con una particolare attenzione ai bambini e che ha lanciato una campagna per fermare la violenza nei media, studio che ha rivelato anche un dato inquietante: in televisione si litiga e si discute ogni 2 minuti.

In periodi in cui i reality impazzano nelle nostre televisioni la formula è presto fatta: più reality uguale più insulti. Invece no. Sul ring del piccolo schermo i più combattivi sono i Tg ed i vari programmi di informazione. A urlare più di tutti sono soprattutto i politici. Dove ci sono i rappresentanti dello Stato si registra in media un “comportamento scorretto” ogni 3 minuti di messa in onda.

Oltre ai litigi ad essere sotto accusa ci sono gli insulti, le urla e il sovrapporsi agli altri senza lasciare la possibilità di replica. Ma il pubblico, che guarda, non è contento. Secondo il 69 per cento degli intervistati, gli effetti sui più giovani possono essere gravi e portare ad un aumento dell’aggressività (46 per cento), all’insorgere di stati d’ansia (39 per cento), fino ad arrivare a intolleranza e persino a sociopatie.

«La tv è il medium preferito degli italiani e dovrebbe essere uno strumento di informazione o intrattenimento – ha spiegato Saro Trovato, presidente di Comunicazione Perbene – non una sorta di arena dove a dominare sono liti e violenza. Di fatto la Tv ha un’incredibile capacità di influenzare comportamenti e atteggiamenti, nel bene e nel male. E una Tv dove ogni giorno in decine di trasmissioni vengono proposti comportamenti scorretti non è certo una buona maestra. Oltre alla frequenza dei litigi la cosa preoccupante, come sostengono gli esperti intervistati, è l’atteggiamento di routine con cui vengono accolte le manifestazioni più estreme, come gli insulti e le prevaricazioni. Questo crea una specie di complicità con lo spettatore e contribuisce a far entrare a tutti gli effetti la rabbia incontrollabile nel comportamento comune».

“Ballarò”, “Annozero”, “Pomeriggio 5”, “Exit”, “Matrix”, sono solo alcuni dei programmi in cui le urla e gli insulti la fanno da padrona. Un dato di fatto importante è che spesso e volentieri queste trasmissioni in cui si litiga e ci si attacca a vicenda, sono spesso le più guardate, così come accade per i reality. Devono cambiare loro o dobbiamo cambiare noi?