Ludopatia, Monti (Luiss): “Proibire non serve. Bisogna investire in prevenzione e nei centri specializzati”

ludopatia foto ansa
Ludopatia (Foto d’archivio Ansa)

ROMA – Negli ultimi anni, diverse regioni italiane hanno introdotto alcune limitazioni a giochi e scommesse agli apparecchi cosiddetti di intrattenimento. Con il Decreto Dignità firmato dal Governo nel luglio 2018 è stato poi introdotto il divieto assoluto di qualsiasi forma di pubblicità dei  giochi legali e delle scommesse.

Luciano Monti, Direttore scientifico Fondazione Bruno Visentini e Professore della Luiss, in un articolo apparso su La Provincia afferma che di gioco ci si ammala aggiungendo però che a suo giudizio proibire non paga. In italia ci sono infatti mezzo milione di ludopatici ma solo 13mila dichiarati e quindi presi in cura dalle varie strutture sparse sul territorio. Spostare le sale fuori città non serve quindi a niente nell’era di Internet. Per Monti bisognerebbe cambiare strategia intervenendo in primo luogo sulla prevenzione, poi subordinando il gioco alle slot machine anche on line alla propria tessera sanitaria come oggi già avviene per l’acquisto delle sigarette nei distributori automatici.  

In secondo luogo, secondo il professor Monti, bisognerebbe far capire ai ludopatici che non si parla di vizio ma di malattia. Per farlo servono le pubblicità progresso e il potenziamento dei centri specializzati. I soldi non mancano, conclude Monti, dato che nel 2018 il gettito erariale generato dalle giocate è stato di 10,1 miliardi di euro. 

Fonte: La Provincia

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