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Magia e riti nella storia del mondo, Ritual, libro di Dimitris Xygalatas, antropologo: ricerca scientifica, divulgazione e passione

 Magia e riti mi affascinano sin da quand’ero bambino, scrive in questo libro l’antropologo e scienziato cognitivo Dimitris Xygalatas.

C’è da credergli, perché “Ritual” è un saggio pieno di passione, di coinvolgimento, un’avventura alla scoperta della logica misteriosa dei riti.

Pubblicato da Feltrinelli con un sottotitolo che affascina – “Storia dell’umanità tra natura e magia” – è da ritenersi a tutti gli effetti un testo di antropologia. Ma questa collocazione non deve preoccupare il lettore, anzi, in verità, per leggerlo, non serve essere degli addetti ai lavori o amanti della materia, basta un grammo di fiducia per un libro che, se ti capita tra le mani, nove volte su dieci ti domandi perché dovresti leggerlo, salvo poi dispiacersi per non averlo incontrato prima.  

Ma andiamo con ordine, cominciamo con l’edizione, curatissima, in pieno stile Feltrinelli. 

La copertina è molto evocativa, su carta lucida, un’immagine a sfondo nero con numerose lanterne cinesi volanti di un arancione acceso, quanto quello di una zucca. Il formato è brossura, con le due alette contenenti le informazioni essenziali sull’autore ed una attenta sinossi.

In totale le pagine sono 272 ma di queste, ben 42 vengono dedicate alle note, alla bibliografia ed all’indice analitico dei nomi. I capitoli invece arrivano a nove con l’aggiunta poi di due pagine per i ringraziamenti.

Il libro si tiene piacevolmente tra le mani e la giusta grandezza del carattere ne consente agevolmente la fruizione. In definitiva si porta e si legge ovunque senza fastidi di nessun genere; ovviamente per dimensioni non è un Bignami ma nemmeno la Recherche di Proust in un volume unico. 

Quando poi si comincia a leggere le cose cambiano. La  pregevole edizione diventa una caratteristica secondaria, quasi ininfluente. Si, perché “Ritual” è un libro scritto bene che cattura fin da subito.

Il professore Dimitris Xygalatas, che dirige il laboratorio di antropologia sperimentale dell’Università del Connecticut, ha strutturato questo progetto cercando di tenere insieme ricerca scientifica, divulgazione e passione.

L’ha fatto  con una scrittura che si adatta continuamente al divenire dei vari temi trattati, senza mai attraversare la linea di confine tra saggistica e letteratura. Questo respiro, ampio, ma nel medesimo momento equilibrato, che non eccede e né strizza l’occhio al lettore, si mantiene  per tutta la durata del libro.

Anche quando potrebbe lasciare spazio ad una certa narrazione, Xygalatas tiene una compostezza per niente banale che fa di questo lavoro un saggio importante.

Volendo utilizzare una metafora, si potrebbe dire che in questo caso l’intelaiatura del testo diventa un ponte che riesce a collegare tra di loro due sponde: da un parte il lettore, dall’altra il rito inteso come uno dei fili più antichi e più enigmatici che segnano la storia della cultura umana.

È quindi un passaggio di attraversamento quello che si compie durante la lettura di “Ritual”, dalla natura all’uomo, dai riti meno complessi a quelli più estremi, dall’ignoto verso il noto. Xygalatas ci accompagna in un viaggio che fa il giro del mondo ed accende luci dove mistero, credenze e magia iniziano a fondersi con la ricerca scientifica.

Quest’ultimo aspetto è tra quelli più importanti del libro. Buona parte dei riti di cui si parla sono stati oggetto di ricerca scientifica. Ad esempio nel quinto capitolo, dedicato alla camminata a piedi nudi sul fuoco che ogni anno si tiene nel villaggio spagnolo di San Pedro, si legge che sono stati utilizzati dei cardiofrequenzimetri per registrare gli effetti del rituale su coloro che partecipavano alla cerimoni.

Oppure nell’ottavo capitolo, dove troviamo l’esperienza di un team di ricerca internazionale che ha misurato ed analizzato gli eventuali benefici della partecipazione al Diwali, il festival delle luci indù in India. 

Ovviamente il libro è un flusso continuo di queste situazioni. Il mistero che pervade i rituali, si accompagna ai sorprendenti risultati della ricerca scientifica. Questo intreccio ha il suo fascino, è innegabile.

Nelle pagine si respira un’atmosfera che sta a metà strada tra la rivelazione ed il celato, come se ad ogni certezza dovesse corrispondere una nuova dose di incertezza.

Certo, la storia dell’umanità è segnata da queste cerimonie, da riti di magia talvolta spaventosi e terrificanti, ma Xygalatas fa emergere il carattere evolutivo del rito, cioè mette in fila quelle caratteristiche che in qualche misura hanno contribuito ed ancora contribuiscono a rafforzare quei meccanismi sottili e profondi che ci uniscono. 

“Oggi, per la prima volta, una scienza interdisciplinare del rito ci permette di cogliere come comportamenti in apparenza superflui possano invece avere un senso e apportare dei benefici.

“Studiare quei benefici per vent’anni è stata un’esperienza che mi ha aperto gli occhi e ha cambiato non solo il modo in cui vedo i rituali, ma anche quello in cui vedo i miei simili. Il cerimoniale è un elemento primordiale della natura umana, che ci aiuta a connetterci, a trovare un senso e a scoprire chi siamo: siamo la specie rituale” (pagina 227). 

Dunque, nove capitoli in tutto, riti misteriosi, talvolta estremi, da ogni parte del mondo: dalla Spagna a Mauritius, dal Camerun alle rive del Gange, dalle tribù indigene del Pacifico nordoccidentale alla campagna della Grecia continentale.

Nel suo genere questo saggio è un lavoro rivoluzionario, lo si sente nei toni, nella visione complessiva del tema che tratta, e quando si arriva alle ultime pagine si ha la sensazione che ci sia ancora molto da scoprire sui riti.

Forse è proprio quel che intende sul finire Xygalatas, quando scrive che in un’eventuale epoca futura, caratterizzata da tempi bui, “potremmo scoprire di dover ricorrere sempre più spesso al potere del rito, per trovare serenità, favorire la solidarietà, e infondere un senso di valore e continuità”. 

“Con questo libro ci lasciamo andare a un viaggio lontanissimo nel tempo e nello spazio, incontriamo scene spettacolari e rivelazioni sulle nostre origini: nel Neolitico la nascita della civiltà, con il passaggio da nomadi a stanziali, non accadde grazie all’agricoltura, ma con le prime forme di aggregazione sociale. I riti, appunto”.

“Ritual. Storia dell’umanità tra natura e magia”, di Dimitris Xygalatas, Feltrinelli, pp.272, formato cartaceo €23,00, formato digitale €14,99.

 

Marco Benedetto

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