
Malattie infiammatorie, questa dieta specifica aiuta a contrastarle (blitzquotidiano.it)
Una nuova ricerca pubblicata su Nature Medicine conferma il legame diretto tra alimentazione e infiammazione cronica: passare da una dieta occidentale a un’alimentazione ricca di fibre, vegetali e cibi fermentati può ridurre i livelli di infiammazione, rafforzare il sistema immunitario e prevenire malattie diffuse come diabete di tipo 2, obesità e disturbi cardiovascolari.
Infiammazione cronica, minaccia silenziosa
L’infiammazione cronica è un processo silente ma costante che, se non tenuto sotto controllo, può portare a gravi conseguenze per l’organismo. Diversi studi scientifici hanno ormai confermato che un’alimentazione sbilanciata, povera di fibre e ricca di cibi ultra-processati, è una delle principali cause scatenanti di questo tipo di infiammazione.
A differenza dell’infiammazione acuta, che rappresenta una risposta naturale e temporanea del corpo a infezioni o ferite, quella cronica si sviluppa lentamente nel tempo e può perdurare per anni, alterando la normale funzione del sistema immunitario e favorendo l’insorgenza di malattie croniche. È qui che entra in gioco l’alimentazione, elemento chiave nel mantenere in equilibrio i meccanismi immunitari.
Lo studio
Per comprendere meglio il legame tra alimentazione e infiammazione, un team di ricercatori dell’Università Radboud Medical Center (Paesi Bassi) e del Kilimanjaro Christian Medical University College (Tanzania) ha condotto uno studio randomizzato su 77 uomini sani della regione del Kilimanjaro, nel nord della Tanzania.
I partecipanti sono stati divisi in tre gruppi. Il primo gruppo, composto da uomini che seguivano abitualmente una dieta tradizionale africana, è stato invitato a consumare una dieta occidentale per due settimane. Il secondo gruppo, costituito da soggetti che seguivano un’alimentazione moderna urbana, ha invece adottato una dieta africana tradizionale nello stesso arco di tempo. Il terzo gruppo ha mantenuto una dieta occidentale, integrandola però con Mbege, una bevanda fermentata a base di banane e miglio, per una settimana.
L’obiettivo principale dello studio era valutare gli effetti delle diverse diete sulla salute immunitaria e metabolica dei partecipanti, attraverso analisi del sangue effettuate in tre momenti distinti: all’inizio dell’esperimento, subito dopo l’intervento dietetico e a distanza di quattro settimane.
I risultati ottenuti parlano chiaro. I soggetti che hanno temporaneamente abbandonato la dieta tradizionale per adottare una dieta in stile occidentale hanno mostrato un aumento marcato dei marcatori infiammatori nel sangue, una risposta immunitaria più debole e alterazioni nei percorsi metabolici associati a patologie croniche.
Questi cambiamenti si sono manifestati in tempi brevissimi: appena due settimane sono bastate per attivare processi pro-infiammatori nel corpo, con un coinvolgimento diretto dei globuli bianchi, delle proteine infiammatorie e persino dell’espressione genica.
Al contrario, i partecipanti che hanno abbandonato la dieta moderna per tornare a una tradizionale alimentazione africana hanno mostrato un netto miglioramento nei parametri immunitari e metabolici. Anche il semplice consumo della bevanda fermentata Mbege ha prodotto effetti positivi, suggerendo che gli alimenti fermentati potrebbero rappresentare un ulteriore alleato contro l’infiammazione.
Cosa rende così efficace la dieta africana tradizionale

La dieta tradizionale africana analizzata nello studio è caratterizzata da un elevato contenuto di fibre, alimenti vegetali integrali e composti bioattivi. Essa include tè nero, verdure a foglia verde, legumi, platani, tuberi (come manioca e patate dolci) e cereali antichi come miglio e sorgo.
Questi alimenti sono ricchi di polifenoli e altri fitonutrienti con proprietà antiossidanti e anti-infiammatorie, che svolgono un ruolo fondamentale nella protezione del sistema immunitario e nella regolazione del metabolismo. Inoltre, una dieta così composta favorisce la crescita di batteri intestinali benefici, contribuendo a un microbiota sano, essenziale per la salute generale.
Anche i cibi fermentati, come l’Mbege, arricchiscono il microbioma intestinale con microrganismi utili e metaboliti bioattivi che potenziano la risposta immunitaria e migliorano la salute vascolare.
I rischi della dieta occidentale moderna
Di contro, la dieta occidentale presa in esame nello studio comprendeva alimenti ad alto contenuto calorico e scarso valore nutrizionale, come carni lavorate, pizza, patatine fritte, pollo fritto, dolci e cereali raffinati. Questo tipo di alimentazione, povera di fibre e ricca di zuccheri e grassi saturi, è associata a uno stato infiammatorio costante.
Secondo gli esperti, l’eccesso di zuccheri raffinati e grassi industriali promuove lo stress ossidativo e danneggia la regolazione immunitaria. A ciò si aggiungono gli effetti negativi sul microbiota intestinale, che perde diversità e funzionalità a causa della carenza di nutrienti essenziali.
Questi squilibri contribuiscono all’aumento del peso corporeo, all’insulino-resistenza e a un’infiammazione latente che predispone a patologie come ipertensione, diabete e malattie autoimmuni.
Benefici duraturi anche con modifiche brevi
Uno degli aspetti più interessanti emersi dallo studio è che anche un breve cambiamento alimentare può avere effetti duraturi. Alcuni marcatori immunitari e metabolici sono risultati migliorati anche quattro settimane dopo la fine dell’esperimento, a dimostrazione che adottare una dieta più sana può produrre benefici che si protraggono nel tempo.
Ciò suggerisce che modificare anche solo in parte le proprie abitudini alimentari può rappresentare un investimento concreto nella prevenzione delle malattie croniche.
Anche se lo studio è stato condotto in Africa, le sue implicazioni valgono su scala globale. Nei paesi occidentali, dove la dieta moderna è ormai predominante, i tassi di obesità, diabete e patologie infiammatorie sono in costante crescita. Tornare a un’alimentazione più naturale, ricca di fibre e povera di alimenti trasformati, potrebbe essere una strategia semplice ma potente per invertire questa tendenza.
Gli esperti suggeriscono quindi di rivalutare l’importanza di alimenti vegetali integrali, cereali antichi, legumi, verdure e alimenti fermentati nella dieta quotidiana. In questo modo, è possibile migliorare il benessere generale e rafforzare le difese immunitarie, contribuendo a prevenire disturbi spesso considerati inevitabili.