Manager e Università: giovani dirigenti di successo si sono formati qui

Manager e Università: giovani dirigenti di successo si sono formati qui
L’università di Harvard

ROMA – Alzi la mano chi, pensando ai giovani manager delle più importanti aziende italiane, non si è chiesto: “Chi sa come è arrivato fin lì”. Chi è andato a guardare nei loro Curriculum Vitae ha scoperto dove hanno studiato e in cosa si sono specializzati, cercando anche di comprendere e, perché no, indirizzare anche i più giovani che, indecisi tra una facoltà e l’altra, sognano una carriera ai vertici delle più importanti realtà aziendali.

Partiamo con la giovanissima Laura Bononcini, attualmente Head of Public Policy di Facebook Italia (Relazioni istituzionali). A soli 30 anni vanta già nel suo CV esperienze pregresse in Google Italia e Telecom Italia. In quest’ultima azienda è entrata nel 2006, stesso anno di conseguimento della Laurea cum Laude presso l’Institut d’Etudes politiques di Parigi, ottenendo per altro un diploma bilingue in inglese e francese. Dal 2003 al 2004 ha inoltre frequentato il corso di giornalismo presso l’University of North Carolina di Chapel Hill.Laura Bononcini ha puntato su una formazione tutta internazionale e, stando ai fatti, la scelta l’ha ripagata in pieno.

Decisamente più nazionalista invece Pasquale Salzano, alla guida delle Relazioni istituzionali di Eni con l’inquadramento di Senior Vice President. Classe 1973 si è laureato anche lui con lode in Giurisprudenza presso l’Università Federico II di Napoli, conseguendo nel 2000 un Dottorato di Ricerca in diritto internazionale presso l’Università di Siena.

Nel suo percorso lavorativo ha intrattenuto svariati rapporti con l’estero e c’è da scommettere che, pur non avendo frequentato corsi universitari oltre il confine nazionale, non si sia certamente risparmiato nello studio delle lingue. Insomma se non volete salire su un aereo e portare le valigie altrove, potete rimanere sull’italico suolo, ma con un dizionario di inglese sotto il cuscino, s’intende.

Roberto Giacchi, nato a Torino nel 1968, a 46 anni è già amministratore delegato di Poste Mobile. È il più grande della nostra lista ma il ruolo che ricopre e l’anno di nascita sulla sua carta d’identità, in questo paese, fanno ancora scalpore. Il suo CV accademico vanta tre Atenei conosciuti in tutto il mondo: partendo da La Sapienza di Roma, Giacchi ha poi varcato le porte dell’Harvard University di Boston per concludere poi il suo percorso in Inghilterra, presso la London Business School, fucina di manager a livello mondiale.

Se l’AD di Poste Mobile ha scelto in prima battuta un Ateneo pubblico, Filippo Maria Grasso, Responsabile Public Affairs EMEAI and Representative Office in Rome presso Pirelli, ha optato per un Università privata. Classe 1978, il manager del colosso dei pneumatici nel Mondo, ha frequentato la facoltà di Giurisprudenza presso la Lumsa di Roma, laureandosi con lode.

Partito alla volta degli States, si è specializzato presso la Pace University School of Law di New York, dove ha approfondito le competenze nel diritto internazionale. A New York ha vinto un tirocinio presso Ninth Judicial District, dove ha collaborato con il Responsabile di uno dei più importanti Uffici della Corte di Giustizia dello Stato, acquisendo un’ esperienza ancor più preziosa per “scalare” posizioni utili a ricoprire il suo attuale incarico. Rientrato nel Bel Paese si è poi iscritto ad un Corso di I livello presso la Bocconi di Milano. Nel corso della carriera universitaria è stato inoltre assistente alla Cattedra e, una volta terminata, docente di un master universitario della IULM, di uno di specializzazione presso la Business School de Il Sole 24ore e infine di uno patrocinato dalla Camera dei Deputati e dal Senato della Repubblica. Enfant prodige, non c’è che dire.

Terminiamo con Barbara Cominelli 43 anni e Direttore Commercial Operations di Vodafone Italia già dal 2010, nonché donna manager dello stesso anno secondo un premio assegnato da Aldai Federmanager. Nel cassetto una laurea in Economia e Commercio presso la Bocconi di Milano con una parentesi presso alla Rotterdam School of Management e un corso conseguito alla Stanford University Graduate School of Business di San Francisco. Anche lei, tornata in Italia, ha optato per un master alla Bocconi in International Management.

Oltre ai nomi prestigiosi delle università, ad accumunare tutte queste figure ci sono ottime performance e conseguenti votazioni da capogiro. Aldilà della fortuna, che in ogni cosa gioca sempre un ruolo dominate, lo studio “matto e disperatissimo” sembra ancora premiare chi ha la determinazione di arrivare in cima.

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