Gabriele D’Annunzio, Luigi Pirandello, Giuseppe Ungaretti, Eugenio Montale, il conflitto tra Israele e Palestina e l’Intelligenza artificiale. Queste le tracce più quotate per la prima prova di italiano degli esami di Maturità, edizione 2024.
Seguono, in ordine sparso, il delitto Matteotti e le vicende di Robert Oppenheimer, protagonista del recente film premio Oscar.
A un mese dagli esami i pronostici sulle tracce degli studenti – circa 1.200 maturandi, interpellati negli scorsi giorni dal portale Skuola.net – sono ormai limitati a una rosa ristretta di candidati.
Per quanto riguarda quelli a cavallo tra ‘800 e ‘900 – il ministero può estrarre componimenti prodotti dall’Unità d’Italia in poi – è palese il dominio di Gabriele D’Annunzio: lo votano quasi 4 maturandi su 10, il 37%, dato in lieve aumento rispetto alla precedente rilevazione di aprile. Peccato che si sia persa la memoria dell’ultima volta in cui il “vate” abruzzese sia comparso come tema di maturità, almeno nelle sessioni ordinarie. Dietro di lui, a seguire, figurano Giovanni Verga (indicato dal 31%), ma già uscito nel 2022, e Alessandro Manzoni, anche se molto staccato (18%) e mai proposto in una maturità dei nostri tempi. Sono lontani, infatti, i fasti dell’esame sperimentale – in vigore dal ‘69 al ‘98 – quando quest’ultimo e Leopardi giganteggiavano. A confronto, è più probabile che venga indovinato un eventuale autore del Novecento. In pole position c’è sempre lui: Luigi Pirandello, con il 29% dei consensi, in ulteriore ascesa negli scorsi trenta giorni. Il drammaturgo siciliano è un altro assente da tantissimo tempo dallo scritto d’esame, l’apparizione più recente è datata 2003. Al secondo posto, in questa categoria, c’è invece Italo Svevo (20%), proposto nel 2009 e quindi anche lui ipoteticamente pronto a tornare. Molto gradita agli studenti sarebbe anche una traccia su un brano di Italo Calvino: ci punta il 17% degli intervistati. Idee ancora più verosimili per quel che attiene ai poeti. Perché la doppia traccia di analisi del testo apre a uno scenario in cui dovrebbe esserci sia un componimento in prosa che uno in versi. In quest’ultimo caso le ragazze e i ragazzi rispolverano dei nomi frequentemente protagonisti alla maturità: sul gradino più alto del podio, selezionato dal 16%, si piazza Giuseppe Ungaretti, già uscito nel 2006, nel 2011 e nel 2019; al secondo posto si fa largo Eugenio Montale, votato dal 14%, comparso nel 2004, nel 2008 e nel 2012.
A far loro compagnia Giovanni Pascoli, anche lui al 14%, che però è stato selezionato nel recente 2022. Delle ottime alternative all’analisi del testo sono, per gli studenti, le tracce di testo argomentativo, la tipologia B. In cui, spesso, confluiscono temi legati ad anniversari e ricorrenze di eventi o personaggi famosi.
Sulle date storiche, i maturandi restano fermi sulle loro posizioni iniziali: i 100 anni dal Caso Matteotti, per quasi 3 su 10 (il 28%), sono l’argomento imprescindibile. Altrimenti, sarebbero gradite anche una traccia sulla Prima guerra mondiale, di cui si ricordano i 110 anni dallo scoppio, o una sui 75 anni della Nato, molto citata di recente: in entrambi i casi l’ha indicata il 12%.
In lieve crescita le chance di un tema sui 20 anni di Facebook, con tutto il discorso sui social network. Per quanto riguarda, invece, i personaggi si afferma sempre di più Robert Oppenheimer, di cui si celebrano i 120 anni dalla nascita: sono, di nuovo, circa 3 studenti su 10 (28%) a evidenziarla rispetto a tutte le altre, magari perché permetterebbe di parlare di un argomento molto caldo come il rischio del conflitto atomico o semplicemente perché influenzati dal film biopic sulla sua figura, uscito lo scorso anno. L’unica alternativa plausibile, in questo caso, per i maturandi sembra il centenario della morte di Lenin, messo nel calderone dal 20% del campione.
Non si può, infine, concludere il toto-esame senza menzionare le tracce di attualità, sempre molto gettonate in sede di scritto di maturità. Qui i riferimenti sono quelli in questi mesi all’ordine del giorno. Il vertice, infatti, se lo contendono lo scontro israelo-palestinese e gli effetti dell’Intelligenza artificiale e delle nuove frontiere digitali: a scommetterci, sia in un caso che nell’altro, è 1 maturando su 5.
Oppure, si può virare sul sempre valido tema della questione “di genere” e sulla violenza contro le donne: si piazza poco sotto, con il 18% dei voti. “Aspettando D’Annunzio…questo sarebbe il titolo da scegliere se il toto esame fosse un’opera teatrale. Il “vate” continua a essere atteso dagli studenti di anno in anno, ma costantemente viene ignorato dal ministero, almeno nelle sessioni ordinarie. Infatti lo scorso anno una poesia di D’Annunzio è stata proposta nella prima prova scritta della sessione suppletiva. Ad ogni modo il toto-tracce sta entrando sempre più nel vivo: se ne parla in 7 classi su 10, mentre 1 studente su 5 segue costantemente il borsino delle indiscrezioni sui mezzi d’informazione”, così Daniele Grassucci, direttore di Skuola.net.
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