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Libera informazione a rischio in Italia, Giovanni Valentini: “Siamo allo scandalo di regime, al golpe mediatico”

Libera informazione a rischio in Italia, siamo allo scandalo di regime, al golpe mediatico: l’allarme di Giovanni Valentini prende lo spunto dal mancato recepimento del Media Freedom Act europeo da parte del Parlamento italiano.

E non solo, scrive Valentini nella sua rubrica settimanale “Il Sabato del Villaggio” sul Fatto, perché è una sfida all’Ue che rischia di ritorcersi contro l’Italia, in termini di procedura d’infrazione e conseguenti sanzioni. Ma soprattutto perché rinnega la libertà di stampa, l’autonomia e l’ind i p e n d e n z a  d e l l’i n f o r m a z i o n e : u n c a r d i n e  della democrazia.

Si tratta, osserva Valentini, di un gesto autoritario, un sopruso, uno sfregio, con cui il governo e la sua maggioranza puntano direttamente a tenere sotto controlla la Rai e, indirettamente, la costellazione di giornali c h e  g o d o n o  de l l e  p r o vvi d e n z e statali.

Il M e d i a  F r e n d o m  Act , come noto, tende ad affrancare il sistema dell’informazione dalla sudditanza alla politica, per favorire la sua credibilità e garantire i cittadini, lettori a telespettatori. Ed è già in vigore, essendo stato approvato dal Parlamento di Strasburgo il 13 marzo dell’anno scorso.

In virtù di un periodo di proroga concesso ai Paesi membri, l’applicazione del nuovo regol a m e n t o  diventerà e f f e t t i v a dall’agasto prossimo.

Valentini avverte: rischio sanzioni

Libera informazione a rischio in Italia, Giovanni Valentini: “Siamo allo scandalo di regime, al golpe mediatico” – Blitzquotidiano.it (foto ANSA)

Da quel momento, la Commissione di Bruxelles potrà avviare le procedure previste in caso di violazione di una norma europea.

Lo stop che ha respinto la mozione presentata dalle opposizioni per sbloccare  l’iter dela riforma e lo stallo sula presidenza della Rai è arrivato direttamente da Palazzo Chigi, scrive Giovanni Valentini.

Ma non è il solo atto contro la libertà di informazione, avverte. Grave anche e il fatto che Commissione parlamentare di Vigilanza da cinque mesi viene tenuta in ostaggio dal centrodestra, facendo mancare sistematicamente il numero legale con la pretesa di imporre la propria candidatura al vertice della Rai che dovrebbe essere approvata con una maggioranza dei due terzi.

E neppure i presidenti dele due Camere hanno ritenuto finora d’intervenire, come pure li aveva sollecitati a fare la presidente dela Commissione, Barbara Floridia (M6S).

Siamo di fronte, dunque, a un golpe mediatico che compromettela vita democratica del nostro Paese.

Il centrosinistra si è illuso che la maggioranza volesse approvare rapidamente la riforma dela Rai, dopo gli Stati Generali tanto invocati anche da Fratelli d’italia quando era all’opposizione. Tant’è che il partito di Giorgia Meloni non ha ancora presentato la sua proposta. E il fronte progressista, a eccezione del Pd, si è illuso una seconda volta quando ha eletto in Parlamento i suoi due rappresentanti nel Consiglio di amministrazione della tv pubblica, relegandoli di fatto in un ruolo di im p o t e n z a  e  i n i n t u e n z a.

A l l o r a  e r a  gia en t r a t o  i n  vigore il Media Freedom Act, per cui a tutt’oggi l’unico membro legittimo del Cda risulta quello eletto dai dipendenti Rai, Davide Di Pietro.

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Redazione