Milano, oratorio luogo di integrazione per gli immigrati

MILANO – Anche gli oratorii si sono fatti multietnici, almeno in Lombardia. A confermarlo è la Caritas ambrosiana, che ha realizzato la primamappatura completa dei doposcuola parrocchiali della diocesi milanese:ne viene fuori l’immagine di un’Italia molto cambiata e di una scuolache fa sempre più fatica a fornire un’istruzione adeguata per tutti isuoi studenti e a cui sopperiscono proprio gli oratorii.

Nei doposcuola si fanno i compiti, si passa il tempo in comitiva e sicerca di recuperare la lezione persa in classe: attività normali, ma che costituiscono un sostegno irrinunciabile per i sempre più numerosi figli di immigrati, spesso penalizzati da un sistema scolastico che non ha risorse da dedicare loro. Sui circa settemila ragazzi che hanno frequentato i 267 oratorii della diocesi milanese, ben quattro su dieci sono infatti quelli di origine straniera, un numero che sale a oltre la metà quando si guarda la sola città di Milano, in cui c’è addirittura un oratorio frequentato da nove ragazzi stranieri su dieci.

“I doposcuola parrocchiali sono una palestra di inclusione sociale perché consentono ai ragazzi che partono da condizioni di svantaggio di recuperare terreno e di non essere tagliati fuori nella gara per la crescita e l’affermazione di sé – ha dichiarato don Roberto Davanzo,direttore di Caritas Ambrosiana – Non sono e non vogliano essere un servizio scolastico integrativo per gli stranieri, ma sono di fatto frequentati da una quota consistente, che in alcuni contesti come Milano diventa maggioritaria, di stranieri: figli di immigrati che saranno gli italiani di domani solo se sapremo farli sentire a casa loro, a cominciare naturalmente proprio dai banchi di scuola”.

Da maggio 2009 al giugno scorso, ad occuparsi dei settemila studenti ci ha pensato un esercito di 4.500 volontari di tutte le età, in gran parte donne e con una forte percentuale di under 30. I ragazzi seguitisono per lo più studenti delle scuole medie tra gli undici e iquattordici anni, ma una tendenza in crescita è quella degli studentidi elementari e superiori. Ad offrire il doposcuola è una parrocchia su quattro, di solito due volte a settimana, con una concentrazione maggiore nelle zone di Milano (82), Rho (43) e Varese (40). Tanti gli oratorii “storici”: più della metà sono aperti infatti da oltre cinque anni.

Doposcuola che diventano sempre più una stampella d’appoggio per gli istituti senza fondi e personale, come dimostrano i quarantaquattro casi di protocollo di intesa tra scuole e oratorii: gli insegnanti inviano l’alunno al doposcuola consapevoli del fatto che lì i ragazzi possono svolgere qui una parte del proprio percorso formativo. Quello che gli oratorii hanno fatto negli anni del boom economico per i figli degli immigrati meridionali, adesso fanno per gli immigrati di paesi diversi.

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