Moda, Milano chiude e sfida New York: "Non dettate calendari"

Pubblicato il 27 Settembre 2011 - 17:56 OLTRE 6 MESI FA

MILANO, 27 SET – Chiusura polemica per le sfilate del pret-a-porter, con il presidente della Camera della moda Mario Boselli che sfida New York, spiegando che Milano non si fara' dettare i tempi della sua fashion week.

New York, che solitamente apre la tornata di passerelle, ha fatto sapere di voler posticipare le sue date di una settimana, a partire dal 2012. Il che finirebbe, naturalmente, con il far scivolare in avanti tutto il treno della moda, cioe' il calendario di Londra, di Milano e di Parigi, che sono come vagoni agganciati. Ma Milano non vuole farsi dettare la linea.

Il 5 ottobre i vertici delle 'Big Four' si sarebbero dovuti vedere a Parigi per discutere un nuovo calendario, ma l'incontro e' saltato perche' Diane Von Furstenberg, responsabile della fashion week americana, ha chiesto di rimandarlo.

La Camera ha deciso di approfittarne per inviare un sondaggio ai suoi soci con tre diverse opzioni: rimanere come ora, anticipare a meta' settembre o persino a luglio. A sondaggio chiuso il consiglio direttivo della Camera si riunira' con il tavolo degli stilisti e ''in funzione della decisione presa risponderemo agli americani e non viceversa perche' noi – sottolinea Boselli – facciamo l'interesse del settore, non il loro''.

Per venir incontro alle esigenze commerciali e non cedere alle pressioni americane, la soluzione piu' semplice sarebbe anticipare le sfilate a meta' settembre, rovesciando quindi i calendari, con New York in chiusura al posto di Parigi, dove domani si apre la settimana francese del pret-a-porter. Una scelta che – spiega Boselli – non sarebbe comunque determinata dalle esigenze americane, ma dettata da quelle degli associati, molti dei quali avevano chiesto di tempo di anticipare le sfilate del pret-a-porter. Si era parlato di luglio, ma l'opzione era stata bocciata da un sondaggio.

Ora in ballo non c'e' piu' solo l'aspetto commerciale, ma quello di immagine, con New York e Londra che premono per scalzare Milano e Parigi dal trono del pret-a-porter.

''Il calendario e' la nostra priorita' perche' li' – rincara Boselli – si gioca il futuro della moda italiana''. Certo, ormai per 2/3 le collezioni vengono vendute prima della sfilata, ma le passerelle rimangono indispensabili per l'immagine e la comunicazione, facendo da ponte tra sell in (l'acquisto da parte del rivenditore) e sell out (l'acquisto fatto dal compratore).

''La nostra e' una funzione di semina, il raccolto – conclude il presidente della Camera – dipendera' dalla situazione finanziaria globale''.

Chiusa la polemica con New York, si apre quella con la nuova Giunta, accusata dall'effervescente vicepresidente della Camera Saverio Moschillo di essere ''poco collaborativa''. Certo, lo spostamento della location da piazza Duomo a Loggia Mercanti e ritorno e' stato ''uno scherzetto da 200mila euro'' e forse ''in Comune non hanno ancora preso bene le misure'' ma Boselli dice di essere ''confidente per il futuro''.

Chiuso il quaderno delle lamentele, rimane la soddisfazione per una settimana della moda che ''ha generato 27 milioni di euro di indotto'' come spiegato dal presidente della camera di commercio Carlo Sangalli, e ha attirato stampa e buyer da 50 paesi fugando, almeno in parte, le preoccupazioni della vigilia.