Evitar Moshe Kipnis, uno dei tre italo-israeliani di cui non si avevano più notizie dall’attacco di Hamas dello scorso 7 ottobre, è stato ucciso. Con lui era scomparsa anche la moglie Liliach Le Havron dal kibbutz di Beeri dove sono stati trovati 108 cadaveri. Evitar Moshe Kipnis, 65 anni, è stato identificato tra le vittime in base all’esame del Dna. Non ci sono conferme sulla sorte della moglie.
La Farnesina ha confermato quello che le autorità israeliane hanno certificato, attraverso esame Dna, ossia il decesso di Eviatar Moshe Kipnis. L’ambasciata d’Italia a Tel Aviv è in contatto con la famiglia per assicurare loro ogni possibile assistenza in questo difficile momento. Nell’esprimere le condoglianze ai familiari del signor Kipnis, il vicepremier Antonio Tajani ribadisce il massimo impegno del Governo per rintracciare gli altri due cittadini italo-israeliani tutt’ora irreperibili.
Il figlio Yotan, in un’intervista di qualche giorno fa aveva raccontato: “Mio padre è un disabile, soffre di un problema neurologico, è sulla sedia a rotelle, deve andare in ospedale una volta a settimana per le medicine, altrimenti il suo corpo si paralizzerà completamente, soffre di una malattia importante che coinvolge i nervi”.
Yahel è stata uccisa a 13 anni dai miliziani di Hamas. La ragazza è una delle due sorelle adolescenti con passaporto britannico che risultavano disperse dopo l’attacco terroristico del 7 ottobre. Ora la Bbc conferma la sua morte, citando i familiari della vittima.
Yahel, 13 anni, è morta insieme alla madre Lianne durante l’assalto dei miliziani palestinesi al kibbutz di Be’eri. Sua sorella, la 16enne Noiya, e il padre Eli, risultano ancora tra i dispersi e si teme che siano tra gli ostaggi tenuti da Hamas a Gaza.
La famiglia ha preferito non rivelare il cognome dei propri cari coinvolti. Ieri il premier Rishi Sunak riferendo alla Camera dei Comuni sul conflitto in corso in Medio Oriente aveva affermato che “almeno” sei cittadini con passaporto britannico sono stati uccisi e dieci sono dispersi.