Neet, abbiamo 3 milioni di giovani inattivi, record europeo: non studiano e non cercano un lavoro

Neet, abbiamo 3 milioni di giovani inattivi, record europeo: non studiano e non cercano un lavoro, fenomeno sociale preoccupante. Come uscirne?neet

di Enrico Pirondini
Pubblicato il 26 Febbraio 2023 - 10:09 OLTRE 6 MESI FA
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Neet, abbiamo 3 milioni di giovani inattivi

Neet, in Italia record europeo: il numero dei giovani tra i 15 e i 34 anni che non studiano e non lavorano ha raggiunto quota 3 milioni.

Siamo all’ultimo posto in Europa; dato inquietante, certificato da Assolavoro, l’associazione di categoria delle Agenzie per il Lavoro (aggregata a Confindustria) che dal 2006 tutela e rappresenta gli interessi delle oltre 2.500 filiali. Il neo presidente Francesco Baroni lancia l’allarme.

E dice:” È una situazione paradossale quella di un mercato del lavoro che vede un crescente bisogno di candidati che non si trovano. Situazione causata da un lento ma tangibile declino demografico e da un sempre maggiore scollamento fra mondo della scuola e competenze richieste dalle aziende.

Come agenzie per il lavoro abbiamo il dovere sociale di dare una risposta a questi fenomeni svolgendo un ruolo decisivo nell’orientamento e nell’avviamento al lavoro oltre che nella gestione delle transizioni, contribuendo alla riduzione del fenomeno della inattività e alla crescita della occupazione femminile”.

UNA SFIDA EPOCALE

La sfida è affrontare un mondo del lavoro che è caratterizzato da transizioni sempre più
frequenti: dalla formazione al lavoro, da un lavoro a un’altro, da un lavoro a una fase di non lavoro e di formazione mirata per accedere a nuove occasioni.

LE PERSONE INATTIVE

Neet, dall’acronimo inglese di “ Not ( engaged) in Education, employment or training” – letteralmente non attivi in istruzione, in lavoro o in formazione –  è un fenomeno che preoccupa. I dati relativi ai Neet sono utilizzati in economia e in sociologia del lavoro per indicare individui che generalmente non sono impegnati nel ricevere una istruzione, non hanno un impiego ne’ lo cercano. E non sono impegnati in altre attività assimilabili e da cui ricavano una formazione quali ad esempio i tirocini o i periodi di apprendistato.

Il termine è stato usato per la prima volta nel luglio 1999 in un report del governo del Regno Unito come termine di classificazione per una particolare fascia di popolazione di età compresa tra i 16 e i 24 anni. Da allora il termine si e ‘ diffuso in altri contesti nazionali, a volte con lievi modifiche della fascia di riferimento. In Italia ad esempio l’utilizzo di Neet si riferisce a una fascia anagrafica più ampia. E, purtroppo, è anche una fascia in preoccupante crescita.