Nel 2012 finisce l'epoca delle galline in batteria

ROMA, 7 GEN – Il 2012 e' l'anno piu' atteso dalle galline ovaiole: in virtu' di una direttiva europea arriva lo stop per gli allevamenti intensivi in batteria. Quello adottato finora dal sistema industriale che confina ciascun esemplare, come denuncia la Lega antivivisezione, ''in uno spazio di soli 550 centimetri quadrati, meno di un foglio di carta A4''. A far da apripista, aderendo con puntualita' britannica alla direttiva Ue che vieta le gabbie 'convenzionali', e' stato il Regno Unito, mentre gli altri Paesi nicchiano ancora.

In Italia questa rivoluzione interesserebbe, secondo dati Una (Unione nazionale avicoltura), 55 milioni di galline ovaiole (il 9,2% del pollame nazionale) e 4.970 allevamenti italiani. Ma ci sono resistenze: la Lav ha scritto al ministro delle Politiche agricole e forestali Mario Catania per esprimere ''preoccupazione'' per l'emendamento alla Legge Comunitaria 2011 recentemente presentato dal governo in tema di commercializzazione delle uova, con il quale, denuncia la Lav, arriverebbe ''la non sanzionabilita' di molte violazioni nella filiera ovaiola, la cancellazione dell'aggravante per i soggetti che ripetono le violazioni, e una sanatoria per le diciture facoltative in contrasto col Regolamento sulla etichettatura delle uova''.

In Italia, secondo una stima Una, nel 2010 sono state prodotte 12 miliardi e 834 milioni di uova, per un valore, quantifica Assalzoo, di 1.150 milioni di euro.

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