New York: la guerra al fumo si estende al salotto di casa, seguiranno parchi e spiagge

Pubblicato il 17 Novembre 2009 - 14:02 OLTRE 6 MESI FA

Secondo un buon numero di newyorchesi le autorità cittadine con la loro interminabile e pervicace guerra al fumo stanno esagerando. Bar e ristoranti sono off limits per sigarette e simili ormai da anni. Al municipio certi assessori stanno giocherellando con l’idea di proibirle anche sulle spiagge e nei parchi. I fumatori, scrive il New York Times, potevano consolarsi fumando quanto volevano in casa propria.

Non più. Ora, sotto attacco sono anche il salotto, la camera da letto, il bagno e finanche i balconi.

Sempre più proprietari di case si stanno coalizzando per bandire il fumo nei loro caseggiati, avvertendo eventuali inquilini che saranno cacciati se scovati a fumare nei loro appartamenti. La guerra al fumo si sta svolgendo rapidamente.

Già entro la fine di questo mese la Related Companies bandirà il fumo nei suoi appartamenti nella parte bassa di Manhattan (downtown) allo scopo di evitare che gli altri inquilini siano costretti ad inspirare il cosiddetto ”fumo di seconda mano”, che in genere viene propagatto dalle condutture dell’aria condizionata e del riscaldamento. Unica concessione: gli inquilini esistenti potranno continuare a fumare. Quelli nuovi, no.

Draconiano si mostra il Kenbar Managemenent, che quando sarà terminato a dicembre il suo palazzo sulla elegante Lexington Avenue, tutti i 298 apartamenti, terrazze e balconi inclusi, saranno banditi per i fumatori. E gli inquilini non potranno neanche cercare salvezza fuori di casa, perchè il divieto di estende ai lunghi marciapiedi che avvolgono quasi tutto l’intero isolato, situato a East Harlem.

I fumatori newyorchesi non sanno più a che santo rivolgersi e sono inferociti. Vorrebbero bloccare una tendenza che, dicono, ha letteralmente trasformato New York. E non è che non ci abbiamo provato. Commissioni, associazioni, dimostrazioni, petizioni: nulla ha avuto l’effetto voluto. Sorseggiare una birra e fumarsi una sigaretta, magari in beata solitudine, in uno delle migliaia di bar a luci basse di New York è solo un ormai lontano ricordo.

Ma sembra che New York sia solo il banco di prova delle nuove proibizioni. Il movimento per bandire il fumo in casa propria si sta diffondendo in tutto il Paese. Il ministero per l’Edilizia e lo Sviluppo Urbano ha energicamente sollecitato gli enti gestori delle case fornite dall’edilizia pubblica di seguire l’esempio di New York.

In California, per esempio, tutti gli appartamenti a Richmond, presso San Francisco, dovranno presto bandire il fumo in bse ad una ordinanza approvata lo scorso luglio. Al di là della baia, a Belmoont, il bando casalingo è gia’ entrato in vigore in gennaio, trascorso un periodo di grazia di 14 mesi. Ora chi sgarra è multato con 100 dollari.

Bryan Marx, 53 anni, un artigiano del mobile che ha addirittura fatto causa al municipio di New York, perdendola, per invocare un po’ di tolleranza, ricorda quando qualche anno fa si poteva passeggiare a Greenwich Village un sabato sera e poi entrare in un bar per bere un paio di birre accompagnate da lente boccate di sigarette. ”Credo che se lo facessi adesso mi arresterebbero”, dice.

Aggiunge: ”Ora hanno preso di mira le case, un bando che potrebbe essere incostituzionale, e poi a seguire bandiranno il fumo nei parchi e sulle spiagge, una cosa che mi sembra semplicemente priva di senso. Ma se dovesse accadere ho la soluzione pronta: mi trasferisco nel deserto dell’Arizona, come alcuni hanno già fatto, per poter bere fumare in santa pace”.