Occupazione/ 30 mila posti vacanti nel 2009. Le piccole imprese sono a corto di manodopera. Mancano falegnami, parrucchieri, meccanici, elettricisti e idraulici. L’inchiesta di Confartigianato

Sembra un paradosso, ma nell’annus horribilis della crisi economica galoppante e della disoccupazione in crescita verticale, le piccole imprese sono a corto di braccia. Lo rivela il Corriere della Sera, pubblicando i risultati di un’inchiesta condotta dalla Confartigianato sul fabbisogno di manodopera in base ai dati dei primi sei mesi dell’anno.

L’organizzazione presieduta da Giorgio Guerrini stima che, nel 2009, il sistema delle piccole imprese e dell’artigianato potrà creare 94.670 posti di lavoro. Tuttavia, un terzo di questi rischia di restare vacante: per quanto si cerchino persone in grado di occuparli, semplicemente non se ne trovano.

All’appello, secondo la Confartigianato, mancano 30.750 persone. La carenza maggiore è quella dei falegnami o comunque di persone esperte nella lavorazione del legno. A fronte di 2.690 addetti, le piccole imprese ne cercano inutilmente 1.390, ovvero quasi il 52 per cento del totale.

Per non parlare poi dei parrucchieri e degli estetisti. In questo caso i posti di lavoro probabilmente destinati a restare vuoti sono il 49 per cento circa: ben 3.210. In assoluto il buco maggiore fra tutti i comparti presi in esame dall’indagine. Ancora più grosso di quello che la Confartigianato denuncia per gli elettricisti. Rispetto alle esigenze dichiarate (9.850) ne mancherebbero infatti 2.840, pari al 28,8 per cento del totale.

Pesante risulterebbe anche la situazione delle officine per la riparazione delle auto, con un deficit di 1.640 meccanici. Problema di dimensioni più o meno simili a quello che viene accusato dalle piccole imprese informatiche (1.740) e dagli idraulici (ne mancano 1.560). Soffre perfino l’edilizia: stando ai dati, le piccole imprese sono riuscite a reclutare 3.160 carpentieri sui 4.500 che sarebbero necessari. Degli altri 1.340 ancora nessuna traccia. Ma anche il numero dei disegnatori industriali disponibili è inferiore al fabbisogno di ben 1.110 unità.

La medaglia ha tuttavia una doppia faccia. Se nelle piccole imprese un posto su tre rimane vuoto perché non si trova chi lo voglia occupare, nell’ultimo anno c’è anche chi ha reagito alle difficoltà con una scelta opposta: mettendosi in proprio. Sono 8.134 i “coraggiosi” che hanno tentato questa strada, spesso cimentandosi proprio nei lavori più richiesti.

Mentre, infatti, i parrucchieri cercavano inutilmente 3.210 dipendenti da avviare al lavoro, nei dodici mesi compresi fra la fine di giugno 2008 e la fine di giugno 2009 il numero dei barbieri e degli estetisti aumentava di 1.696 unità. Una crescita inferiore soltanto a quella del numero di quanti si sono buttati nella cosiddetta green economy (2.559) nonché del numero dei gelatai, dei panettieri e dei pasticcieri (2.082). Proprio mentre le gelaterie, le pasticcerie e i panifici artigianali cercavano 1.140 dipendenti.

C’è poi chi ha tentato l’avventura nell’informatica (462) o nei servizi di trasporto (800), oppure nelle piccole attività di restauro (104), o ancora nella tinteggiatura (681). I più creativi hanno scelto invece la strada della pubblicità e del design (119), mentre i più temerari (39) hanno messo la propria passione per gli animali al servizio del prossimo.

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