Pantaloni corti dilagano, nelle strade di Roma sotto tutti in short e fa proprio schifo. Quelle gambacce pelose. Altro conto sono le donne, vedere un paio di gambe femminili è sempre un bel vedere, anche se mi fermo qui, non voglio elaborare sulle donne perché ormai c’è un clima di intimidazione benpensante pseudo femminista che frena la libera manifestazione del libero pensiero.
Non si può non osservare che quel vestire diciamo un po’ troppo esasperto delle ragazze oggi non è proprio…
Certamente oggi, a parte gli estremi adolescenziali, le donne vestono meglio degli uomini, gli uomini vanno in giro con magliette variopinte che lasciano perplessi. Non era più bello da vedersi, nei decenni passati, gli uomini, anche nei ranghi più umili della società, con la loro bella giacchetta e cravatta? Sopra la tuta da meccanico, sotto la cravatta. Guardate i film degli anni ’50 e ’60 per farvene un’idea.
La proletarizzazione dell’abbigliamento non è un atto di rispetto verso chi ha meno, è solo sciatteria, sfida velleitaria, volgarità. Ho letto che la moda dei pantaloni corti non è casuale, è proprio uma moda, lanciata a Milano in epoca post covid. Ma resta una schifezza fuori dei luoghi deputati come le località balneari o di montagna.
E dire che non c’è tutto quel gran caldo. Epppure, appena il termometro è stato di qualche tacca sopra i 20 gradi, tutti in calzoncini e le donne, per quanto meglio da vedere degli uomini, che più discinte non si può. Come andranno in giro a luglio? in mutande? in perizoma? Nel mese di luglio, secondo secolare tradizione, arriverà il vero caldo. Luglio, vorrei ricordare, è sempre stato il mese più caldo, l’unico mese caldo a Londra come a Torino, mentre di solito dopo il 10 di agosto i primi temporali fanno scendere il termometro.
Trovo che la moda dei pantaloni corti è anche un po’ deprimente. Quando ero bambino, ben più di mezzo secolo fa, il passaggio dai calzoni corti (li chiamavano bimbi cresci) a quelli lunghi era una specie di rito che celebrava l’ingresso nella adolescenza, anticamer della età adulta.
A New York, una ventina d’anni fa, l’uso dei pantaloni corti in luglio per andare in ufficio si era diffuso fra i rampanti della finanza. Brooks Brothers e Ralph Lauren si produssero in esemplarri più o meno severi o variopinti, con giacchette in sintonia da abbinare. Ricoredo che mi colpì vedere in aeroporto uno che fu direttore di Tg e all’epoca era corrispondente della Rai dall’America, acconciato in quel modo. Ma tutti si resero ben presto conto del ridicolo.
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