Gran Bretagna, decuplicati in dieci anni i papà “casalinghi”

Cambiano le famiglie britanniche e aumentano gli “stay at home dads”, ovvero i papà che rimangono a casa a occuparsi dei bambini mentre le mogli vanno a lavorare. Secondo gli ultimi risultati del sondaggio della compagnia assicurativa Aviva, riferiti dalla Bbc online, nell’ultimo decennio è aumentato di dieci volte il numero di britannici che rinuncia al proprio lavoro per prendersi cura dei figli: nel 2000 erano 60 mila  i “papà in casa”, oggi sono ben 600 mila.

La maggioranza dei padri casalinghi intervistati ha dichiarato che la decisione di rimanere a casa è principalmente legata al fatto che le mogli guadagnano di più, e che dunque non ha senso che sia lei a rinunciare al suo posto per occuparsi dei figli. Secondo lo studio infatti, in Gran Bretagna in una famiglia su sei il lavoro della donna è meglio retribuito di quello del marito. Adrienne Burgess, direttrice dell’Istituto sulla Paternità, ha affermato che questi risultati rivelano anche che gli uomini in realtà amano stare in casa con i loro bambini. «Non si può attribuire questo enorme incremento nei papà casalinghi esclusivamente a un fattore economico» ha detto Burgess. «Molti uomini – ha aggiunto – sono disposti a sacrificare il lavoro per avere un rapporto più completo con i loro ragazzi».

I dati che sono emersi dallo studio mostrano che il 75 per cento degli uomini si reputa “fortunato” di poter passare così tanto tempo con i figli, e in generale gli uomini sono risultati più soddisfatti delle donne del loro ruolo domestico. Un terzo dei padri ha anche detto che “occuparsi dei bambini è più appagante del lavoro”, anche se il 10 per cento ha ammesso che cambiare i pannolini e fare le pulizie li faceva sentire “meno maschi”.

Gestione cookie