Quanti di voi hanno pensato almeno una volta nella vita: “Oh no! Ancora il Natale, ancora quelle vecchie canzoni, sempre le stesse!”. Bene, qui vi proponiamo una playlist natalizia per chi odia le canzoni di Natale, o comunque non ne può più, magari da utilizzare per il cenone di Capodanno. Per chi invece è più tradizionalista, lo rimandiamo a quest’altro articolo.
Sembrerà incredibile, ma la produzione di canzoni che in qualche modo si contrappongono allo “spirito natalizio” fatto di smielato buonismo e spensierato consumismo è molto fertile. L’elenco che segue non è che la punta dell’iceberg, una lista di brani che mettono il periodo natalizio in una prospettiva alternativa, spesso nostalgica o addirittura deprimente, facendo emergere l’empatia per le situazioni più disagiate e facendo uscire allo scoperto tutte le nevrosi e le tensioni, soprattutto di coppia, tipiche delle feste. Una serie di quadretti sarcastici, ironici, rabbiosi o tristi, ma sempre guidati dalla fiaccola del realismo. Vi ci riconoscete? Bene, allora eccovi alcuni suggerimenti.
Un brano contro la commercializzazione del Natale, pubblicato nel 1975 da parte di uno dei mostri sacri del prog internazionale, su testo scritto da Peter Sinfield, già autore di testi per i King Crimson e per la PFM. Nonostante i suoi quasi 50 anni, il brano è ancora attuale e presente nelle trasmissioni radiofoniche, soprattutto inglesi. Ne sono state registrate anche molte reinterpretazioni successive: tra le più recenti, quella di Susan Boyle del 2013, quella di Tony Hadley (ex Spandau Ballet) del 2015, quella di Robin Williams del 2019 e quella del 2022 di Annie Barbazza, talentuosa artista del panorama prog italiano.
Pur essendo stata inserita in alcune playlist natalizie e pur essendo considerata un classico di Natale, River di Joni Mitchell non propone gli sfarzi luccicanti e spensierati di uno shopping natalizio, né la tipica atmosfera da calda e rassicurante amorevole riunione di famiglia. È piuttosto uno sguardo dietro le quinte, dietro la facciata sorridente del Natale: la storia di una separazione di cui il periodo natalizio è solo lo sfondo. Pubblicata nel 1971, River è ancora oggi considerata da molti un brano fondamentale nel cantautorato americano e un grande successo anche dal punto di vista delle vendite.
“Babbo Natale, dacci i soldi, lascia perdere quegli stupidi giocattoli, se non ci dai i soldi noi ti picchiamo, dai tutti i giocattoli ai piccoli ragazzini ricchi”. Questo cantano i Kinks nel 1977, ambientando la scena al di fuori di un centro commerciale, dove un malcapitato vestito da Babbo Natale viene assalito da una banda di ragazzini poveri. Ironico, anticonvenzionale, anticommerciale, ma anche un brano energetico, in pieno stile punk rock, tanto da essere stato ripreso negli anni da molti, inclusi i Bad Religion e i Green Day.
Versione metal del 2008 di un grande classico natalizio. Il motivo per cui inseriamo qui questo brano è che Alice Cooper ne fa una lettura al contrario… o forse no. In effetti, il testo già diceva “Santa Claus sta facendo una lista dei buoni e dei cattivi… ti vede quando dormi, sa quando sei sveglio, sa se sei stato buono o cattivo”: e allora, perché non pensare a cosa farà Babbo Natale ai cattivi? Ne nasce una versione demoniaca, da film horror, quasi splatter nel video del brano… in ogni caso una vera e propria dissacrazione dello spirito natalizio nella sua forma più glitterata!
Ok, questa è una satira un po’ leggerina sul Natale, ma è pur sempre un buon brano, che ci presenta un quadretto della tipica riunione familiare natalizia con uno sguardo un po’ fuori dall’ordinario: la nonna è stata investita da una renna, il nonno l’ha presa bene e continua a guardare la partita in tv, ma certo che “non si dovrebbe dare la patente a un uomo che guida una slitta e gioca con gli elfi”! Pubblicato nel 1979, il brano ha goduto per molto tempo di una certa popolarità: il video è stato mendato in onda su MTV per più di 18 anni…
Poco nota al grande pubblico in Italia, Aimee Mann è una cantautrice, chitarrista e bassista americana in grado di produrre brani di grande sensibilità e qualità musicale. Questo, in particolare, è stato inciso nel 2005, come parte di un concept album dal titolo The Forgotten Arm: la storia di un boxeur e una ragazza che scappano insieme per sfuggire ai loro problemi, ma finiscono per trovarne anche di peggiori. I Was Thinking I Could Clean Up for Christmas è un brano sulla dipendenza dall’alcol e sui buoni propositi, così frequenti alla fine di ogni anno.
Pubblicata nel 1987 e poi inclusa nell’album del 1988 If I Should Fall from Grace with God dei Pogues, Fairytale of New York rappresenta un altro sguardo dietro la facciata del Natale, con il duetto fra il recentemente scomparso Shane MacGowan e Kirsty MacColl che inscenano un litigio di una coppia irlandese della classe operaia che se ne dice di santa ragione, augurandosi buon Natale e auspicandosi che sia l’ultimo insieme… e nonostante questo, nonostante la censura subita dalla BBC, nel 2015 fu dichiarata la canzone di Natale più suonata del secolo! Forse non siete i soli a detestare i falsi luccichii del Natale…
Le feste incombono su di noi… questa potrebbe essere una traduzione fedele del titolo di questa canzone dei Dropkick Murphys, pubblicata nell’album Signed and Sealed in Blood del 2013. Musica energetica e testo ironico e sarcastico, che prende di mira le riunioni familiari natalizie che tornano implacabili una volta all’anno. Ogni membro della famiglia viene descritto in maniera poco lusinghiera, compreso il cane del padre: “se pensi che la tua famiglia sia pazza, aspetta di vedere la mia!”
Un altro quadretto natalizio deprimente, in pieno stile Tom Waits. Pubblicata nell’album Blue Valentine del 1978, Christmas Card from a Hooker in Minneapolis si ispira a una poesia di Bukowski per raccontare il Natale tutt’altro che idilliaco di una prostituta di Minneapolis, attualmente in galera, che scrive a un amico raccontando le sue vicissitudini e i suoi sogni. Una versione tradotta in italiano viene spesso eseguita dal vivo dal sempre allegro Vinicio Capossela. Nel video qui sotto, invece Tom Waits la esegue dopo un’introduzione un po’ dissacratoria di Silent Night.
Ultima traccia dell’album Brain Drain del 1989, questo brano mette in luce gli aspetti di stress e tensione di coppia che la frenesia del Natale fa spesso emergere, dipingendo in maniera anche un po’ ironica una coppia che litiga continuamente a Natale, ma che continua a ripetersi che non dovrebbe essere questa l’atmosfera natalizia…