PinkStinks lancia la battaglia contro il rosa

Parola d’ordine boicottare tutti i prodotti rosa realizzati per un mercato femminile, siano essi libri, giocattoli o abiti.

Questo è l’obiettivo dell’associazione «PinkStinks» che, in vista del Natale, ha deciso di avviare la campagna «Io non sono una principessa» contro ogni prodotto pink. Secondo l’associazione il rosa, infatti, non è solo un semplice colore, in sé racchiude uno stereotipo di genere considerato nocivo per il sesso femminile.

L’appello lanciato ai genitori è chiaro: non regalare alle proprie figlie alcun giocattolo che aderisca o vada a rafforzare questo stereotipo sbagliato. I giochi dovrebbero essere valutati in base alla loro capacità di stimolare, non in base alla loro divisione per genere.

Quanto sostenuto da PinkStinks, formata dalle sorelle Abi Moore, ex giornalista della Cnn, ed Emma Moore, amministratrice di una società di assistenza all’infanzia, sembra essere condiviso da molti. Anche dal sottosegretario alla giustizia inglese Bridget Prentice che ha affermato: «Non bisogna incanalare le ragazze nella cultura del bello ma dare loro aspirazioni, stimolarle a realizzare il loro potenziale senza ricadere nei vecchi modelli».

Nel Regno Unito si è aperto un vero e proprio dibattito sulla «cultura del rosa» e sulle sue conseguenze. Come evidenziato dal quotidiano, infatti, secondo un sondaggio Mintel nel Paese il 60 per cento delle bambine tra i 7 e i 10 anni utilizza il lucidalabbra, più del 40 per cento fa uso dell’ombretto o dell’eye liner, il 25 per cento del mascara e il 60 per cento del profumo. E ancora. Per il 73 per cento delle adolescenti tra i 15 e i 17 anni le più grandi preoccupazioni sono rappresentate dall’aspetto fisico e dal peso. Per quanto riguarda i modelli di riferimento, gli studenti delle scuole primarie e secondarie guardano a David e Victoria Beckham, mentre il 32 per cento delle ragazze dichiara di ispirarsi a Paris Hilton.

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