Poste Italiane comunica che dal 16 febbraio 2023 sono stati emessi dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy 6 francobolli ordinari appartenenti alla serie tematica “il Patrimonio artistico e culturale italiano” dedicati ai Carnevali più antichi d’Italia: il Carnevale di Venezia, il Carnevale di Fano, il Carnevale di Putignano, il Carnevale di Acireale, il Carnevale di Cento, il Carnevale di Viareggio, relativi al valore della tariffa B pari a 1,20€ per ciascun francobollo.
Tiratura duecentomilaquattro esemplari per ciascun francobollo in fogli da ventotto, pari a un milione e duecentomilaventiquattro francobolli; cinquantamila esemplari per ciascun francobollo in minifogli da dieci, pari a trecentomila francobolli; quarantacinquemila foglietti composti da sei francobolli diversi, pari a duecentosettantamila francobolli; tiratura complessiva un milione e settecentosettantamilaventiquattro francobolli. I francobolli sono stampati dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A., in rotocalcografia, su carta bianca, patinata neutra, autoadesiva, non fluorescente. Bozzetto a cura di Gaetano Ieluzzo per l’impostazione grafica di tutti i francobolli; Claudia Giusto per il francobollo dedicato al Carnevale di Acireale.
Si racconta che il Carnevale di Fano sia nato dalla riconciliazione di due importanti famiglie fanesi dell’epoca, i Guelfi “Dal Cassero” e i Ghibellini “Da Carignano”, citati addirittura da Dante nella Divina Commedia. Il primo documento noto nel quale vengono descritti festeggiamenti tipici del Carnevale nella città risale al 1347 ed è conservato nella Sezione dell’Archivio di Stato di Fano. Il Carnevale di Fano si caratterizza per la sfilata di Maestosi carri allegorici, realizzati dai maestri carristi che si tramandano da generazioni l’arte costruttiva e creativa del Carnevale. Quello fanese è anche il Carnevale più dolce, noto per ”Il Getto”, cioè il lancio dai grandi carri di quintali di dolciumi tra la folla. Ogni anno ne vengono lanciati circa 180 quintali. Tradizione del Carnevale di Fano è la ”Musica Arabìta”, uno strampalato complesso musicale folcloristico che utilizza anche strumenti particolari come pentole, campanacci, imbuti, ecc, che spande allegria e buonumore.
Le sfilate hanno come protagonista la maschera ufficiale della manifestazione, il Vulón un gradasso nelle vesti di menestrello. Disegnato nel 1951 dall’artista Rino Fucci, el Vulón ha in testa un grande cappello a cilindro, il monocolo all’occhio sinistro, grandi baffi spioventi, pizzetto, naso adunco e sorriso beffardo. Indossa un farsetto bianco e rosso, sulle spalle un mantello di piume di pavone, calzoni a paggetto, calzamaglia, uno stivale con sperone ed un gambale di bronzo. Corona il tutto uno spadone alla cintura ed una mandola d’ispirazione greca. Il Vulón o ”El Pup”, simbolo del Carnevale, come capro espiatorio, ogni martedì grasso viene arso in quella stessa piazza in cui aveva annunciato leggi e decreti.
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