Poste Italiane comunica che dal 16 febbraio 2023 sono stati emessi dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy 6 francobolli ordinari appartenenti alla serie tematica “il Patrimonio artistico e culturale italiano” dedicati ai Carnevali più antichi d’Italia: il Carnevale di Venezia, il Carnevale di Fano, il Carnevale di Putignano, il Carnevale di Acireale, il Carnevale di Cento, il Carnevale di Viareggio, relativi al valore della tariffa B pari a 1,20€ per ciascun francobollo.
Tiratura duecentomilaquattro esemplari per ciascun francobollo in fogli da ventotto, pari a un milione e duecentomilaventiquattro francobolli; cinquantamila esemplari per ciascun francobollo in minifogli da dieci, pari a trecentomila francobolli; quarantacinquemila foglietti composti da sei francobolli diversi, pari a duecentosettantamila francobolli; tiratura complessiva un milione e settecentosettantamilaventiquattro francobolli. I francobolli sono stampati dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A., in rotocalcografia, su carta bianca, patinata neutra, autoadesiva, non fluorescente. Bozzetto a cura di Gaetano Ieluzzo per l’impostazione grafica di tutti i francobolli; Claudia Giusto per il francobollo dedicato al Carnevale di Acireale.
Venezia, città simbolo nel mondo per la sua storia e le sue tradizioni, entra, con il suo celeberrimo Carnevale, a far parte della serie di francobolli ordinari dedicati al “Patrimonio artistico e culturale italiano”. Un sincero grazie va quindi al Ministero delle Imprese e del Made in Italy che ha scelto un evento che è, a pieno titolo, patrimonio dell’Italia intera. Con “Festa del giovedì grasso in Piazzetta”, dipinto di Gabriele Bella, oggi conservato dalla Fondazione Querini Stampalia di Venezia, si omaggia uno dei pittori che, assieme a Canaletto e a Francesco Guardi, riusciva, con i suoi pennelli, a descrivere la vita festosa della Serenissima.
Dei quadri, veri e propri fermo immagine di una Repubblica che nei suoi mille anni di vita era riuscita a condizionare non solo i commerci internazionali, ma anche i costumi e le abitudini di un popolo abituatosi a confrontarsi con culture, religioni e costumi diversi, pur mantenendo fede alle proprie tradizioni e alla difesa della libertà di chiunque si trovasse in Città e ne rispettasse le regole.
Il Carnevale di Venezia nasce quindi come occasione di festa ed incarna immediatamente quello spirito di libertà che, da sempre, il semplice mascherarsi, consente. Potersi muovere in totale anonimato garantiva così una sorta di “livella sociale” dove lo status di ogni singolo cittadino scompariva dietro una maschera. Ecco la vera essenza del Carnevale, una festa di cui abbiamo le prime tracce ufficiali in un editto del Senato della Serenissima del 1296, ma che, in realtà, già dal 1271, vedeva le botteghe artigiane impegnate nella produzione di maschere. E tra queste c’era la
celebre Bauta, quel travestimento in uso esclusivamente a Venezia, composto da un mantello e un tricorno neri e una maschera bianca che, con il suo labbro superiore allargato e sporgente consentiva di mangiare e bere senza doverla togliere, mentre lo spazio per il naso, molto stretto, rendeva possibile ”mascherare” anche la voce.
E così, da oltre 700 anni, il Carnevale, con la sua spensieratezza, leggerezza e divertimento, è diventato uno dei simboli di una città che, con le sue calli, i suoi campi e la sua Piazza San Marco ancor oggi riesce a trasformarsi in un grande palcoscenico in cui tutto sembra diventare possibile.
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