In bagno senza il permesso del capo. Il Garante: va tutelata la privacy dei dipendenti

Niente permesso per andare in bagno a lavoro, almeno per iscritto: a salvaguardare la privacy dei lavoratori ci ha pensato il Garante della privacy. Il capo che finora imponeva ai suoi dipendenti di compilare un apposito modulo per espletare i propri bisogni fisiologici viola la dignità e la riservatezza dei suoi sottoposti.

Secondo il Garante la regola vale anche per chi ha bisogno di allontanarsi temporaneamente da postazione, giudicando illecite le procedure di trattamento dei dati personali messe in atto da un’azienda nei confronti dei propri operai. Per controllare eventuali fannulloni alla catena di montaggio il datore di lavoro aveva imposto un iter preciso: compilare appositi tagliandi di carta con tanto di nome, reparto di appartenenza, orario e motivo dell’allontanamento dalla postazione.

Tutto ciò non bastava, perché per avere accordato il permesso i dipendenti dovevano avere la controfirma del capo reparto. Al Garante, che aveva avviato accertamenti sul caso segnalato dalla stampa, la società aveva precisato che le informazioni raccolte con i tagliandi non erano registrate né conservate e che, pertanto, non veniva effettuato alcun trattamento di dati.

L’Autorità ha invece stabilito che, anche se archiviate, le informazioni annotate sui tagliandi, comprese quelle relative alle esigenze fisiologiche degli operai, venivano conosciute dai responsabili che dovevano autorizzare gli allontanamenti. La modalità di trattamento, oltre che sproporzionata rispetto alle finalità per le quali veniva svolta, risultava lesiva non solo della dignità dei lavoratori ma limitava anche la loro libertà di movimento.

Gestione cookie