Pubblicità gioco d'azzardo legale: un divieto che potrebbe causare non pochi problemi Pubblicità gioco d'azzardo legale: un divieto che potrebbe causare non pochi problemi

Pubblicità gioco d’azzardo legale: un divieto che potrebbe causare non pochi problemi

Pubblicità gioco d'azzardo legale: un divieto che potrebbe causare non pochi problemi
Pubblicità gioco d’azzardo legale: un divieto che potrebbe causare non pochi problemi

ROMA – Vietare la pubblicità del gioco d’azzardo legale in Italia, come ha deciso il Governo, potrebbe rivelarsi una misura sbagliata e non poco. Senza la pubblicità del gioco d’azzardo legale infatti, il giocatore rischia di confondersi e di andare irrimediabilmente a finire in canali illegali. Se si prendere per esempio il settore delle slot, come fa il giocatore a sapere se sta giocando ad una macchina autorizzata oppure no? 

“Emerge quanto il divieto di pubblicità sia addirittura controproducente, poiché viene fuori una problematica di percezione di quali siano i luoghi (online e fisici) legali. La pubblicità non funge quindi da stimolo, bensì costituisce strumento di informazione e canalizzazione della domanda di gioco (che esiste a prescindere) verso il circuito legale e quindi verso le tutele”. E’ quanto dichiarato ad Agimeg da Moreno Marasco, presidente di Logico, a margine della presentazione della ricerca “Gioco & Giovani” di Nomisma.

“Emergono poi dei pregiudizi – ha continuato Marasco – non è considerato eclatante un dato di mancata recidiva del 70% dei rispondenti, ma desta preoccupazione il fatto che il 25% risponda di aver giocato nuovamente a volte. Inoltre si ritengono per assurdo più tutelanti i luoghi fisici, mentre pare evidente – ha concluso – che l’online legale (che come sappiamo rappresenta solo il 5.5% dei giocatori e 8% della spesa) sia la soluzione ai problemi evidenziati dalla ricerca”. “La ricerca fornisce l’ennesima prova evidente ed inconfutabile circa l’inconcludenza delle misure di divieto di pubblicità introdotte dal decreto dignità sul gioco d’azzardo legale. Infatti risulta residuale l’impatto della pubblicità (4% scelta singola, driver predominante, 8% scelta multipla, fattore secondario)”.

La violazione dei divieti comporta la sanzione amministrativa pecuniaria del pagamento di una somma pari al 5% del valore della sponsorizzazione o della pubblicità e, in ogni caso, non inferiore a 50 mila euro per ogni violazione. 

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