Un’interrogazione parlamentare innesca la miccia sulla governance della Rai. E ad alzare la tensione tra Bruxelles e Roma ci pensa il commissario europeo per il Mercato interno, Thierry Breton. Con una risposta netta alle domande degli eurodeputati di Pd e Verdi.
“I rischi di interferenza politica che incidono sull’indipendenza dei media del servizio pubblico in Italia” preoccupano la Commissione europea.
E, in assenza degli “sviluppi” richiesti sul quadro normativo, il richiamo comunitario è altrettanto chiaro: serve “una riforma” che permetta a Viale Mazzini di “resistere meglio” a quelle stesse “ingerenze politiche e dipendenza finanziaria nei confronti del governo”.
“In questa legislatura e nelle prossime non ci sarà nessuna riforma del servizio pubblico radiotelevisivo che andrà in contrasto con le sentenze della Corte Costituzionale italiana. Tali decisioni, prese in numerose occasioni nell’arco dei decenni, hanno ribadito che l’editore sostanziale della Rai è il Parlamento, garante della democrazia e del pluralismo”.
Lo dichiara il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri componente della Commissione di Vigilanza Rai. “Così è e così resterà. Si possono fare modifiche marginali, ma non si affideranno a consorteria della sinistra, travestite da baronie accademiche o da fondazioni fantomatiche, le sorti del servizio pubblico della Rai – sottolinea ancora -.
L’eurocrate Breton ha detto una serie di fandonie, dimostrando incompetenza e totale approssimazione. Ciò che ha detto non sarà tenuto nella minima considerazione dalle Istituzioni italiane. Ovviamente l’Usigrai si unisce al coro vaniloquente invece di occuparsi della trasparenza dei propri conti. Il sindacato unico dei giornalisti Rai dovrebbe fare chiarezza sui propri bilanci e sull’eventualità che abbia avuto collaboratori in posizione contrattuale non del tutto conforme alle normative vigenti”.