Rider, tra pochi giorni scatta il nuovo contratto ma la CISL non ci sta

Un accordo firmato con un sindacato per nulla rappresentativo della maggioranza dei lavoratori. Così la CISL ha definito l’accordo siglato lo scorso 16 settembre tra Assodelivery (cui aderiscono Deliveroo, Glovo, Just Eat, Uber Eats e Social food) e IGL.

“Un gioco al ribasso su retribuzioni e tutele”, rincara la dose il segretario aggiunto dello stesso sindacato, Luigi Sbarra.

Dal 3 novembre scatta il nuovo contratto dei rider

Ma dal 3 novembre – giorno in cui terminano i 12 mesi che il decreto Imprese aveva concesso alle parti per trovare un accordo su un contratto – il contratto potrebbe scattare, nonostante, dopo la firma, il Ministero del Lavoro abbia sollevato diversi dubbi di legittimità in forma scritta alle piattaforme di food delivery, considerato che l’accordo era stato chiuso scavalcando la trattativa in corso con le altre sigle sindacali..

Da quel momento però non si è mosso più nulla. tanto che i rider hanno già iniziato a ricevere dalle piattaforme mail nelle quali viene chiesto loro di firmare l’accordo entro il 2 novembre o non potranno più effettuare consegne.

Cosa dice il contratto dei rider e come risponde la Cisl

Il contratto, che sarebbe il primo specifico per la categoria in Europa, definisce i rider come lavoratori autonomi, riconoscendo loro un compenso orario minimo di 10 euro lorde. In caso di lavoro notturno, festività o maltempo sono previste indennità dal 10% al 20% e ogni duemila consegne un premio di 600 euro ma nulla su malattia, ferie, tredicesima o maternità.

Il sindacato contesta inoltre la scelta di confermare un regime contributivo a cottimo e dunque il concreto rischio di essere licenziati senza alcun preavviso.

“Il salario sbandierato come minimo è un cottimo mascherato, perché i 10 euro saranno ancora proporzionati al numero di consegne effettuate in un’ora”, sostiene la Cisl, inaccettabile per i tanti lavoratori che adesso potrebbero rischiare di perdere il lavoro a causa di questo stallo in attesa che il Ministero del Lavoro intervenga.

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