Sabino Acquaviva, sociologo morto a 88 anni a Padova

di Redazione Blitz
Pubblicato il 30 Dicembre 2015 - 18:42 OLTRE 6 MESI FA
Sabino Acquaviva, sociologo morto a 88 anni a Padova

Sabino Acquaviva, sociologo morto a 88 anni a Padova (foto Ansa)

PADOVA – E’ morto il sociologo Sabino Acquaviva. Aveva 88 anni. Nato a Padova il 29 aprile del 1927, aveva insegnato dal 1967 al 1971 all’Università di Trento per poi diventare professore di sociologia all’Università di Padova. I funerali si svolgeranno il 2 gennaio pomeriggio nella chiesa di Santa Sofia, a Padova.

Famoso per il libro L’eclissi del sacro nella società industriale, oltre a collaborare con trasmissioni televisive, tra le quali La notte della repubblica di Sergio Zavoli, diresse la struttura cultura della RAI. I funerali si svolgeranno il 2 gennaio pomeriggio nella chiesa di Santa Sofia, a Padova.

“Con la scomparsa di Sabino Acquaviva la città e la sua Università perdono una figura di spicco, fra i maggiori sociologi italiani. – ha commentato Rosario Rizzuto, Rettore dell’Università di Padova – Con grande lucidità le sue opere hanno fotografato la società italiana e non solo, elevandosi nell’analisi dei fenomeni religiosi e della crisi di valori della società contemporanea. Le sue opere hanno affrontato diverse tematiche e rimarranno un contributo fondamentale per il dibattito sociologico”.

Profondo il cordoglio del presidente del Consiglio regionale del Veneto, Roberto Ciambetti: “Come scrisse Pessoa ‘La morte è la curva della strada, morire è solo non essere visto’ e ciò vale anche per il professor Sabino Acquaviva, che ci ha lasciato in eredità la coerenza, il rigore ma anche il gramsciano pessimismo dell’intelligenza stemprato dall’ottimismo della volontà”, ha detto, definendosi “colpito e commosso” per la scomparsa del sociologo “che a lungo e più volte ha collaborato con il Consiglio Regionale del Veneto.

non facendo mai venire meno il suo consiglio attento… Lo ricordo come uomo libero, che non si faceva intimidire e che ebbe la capacità di porsi anche controcorrente criticando aspramente il processo unitario italiano guidato dai Savoia per rilanciare il valore del regionalismo”.