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Sai davvero di chi sono queste canzoni? Patti Smith, The Clash, Deep Purple…

Questo articolo può essere visto come una sorta di test sulla vostra competenza musicale… Capita piuttosto spesso che un artista scriva un brano per qualcun altro o che una cover ottenga più successo della versione originale. In questi casi, in genere il titolo del brano si lega indissolubilmente al nome della band o dell’artista che lo ha reso famoso. E allora eccoci al nostro “gioco”: sai davvero di chi sono queste canzoni? Sapresti individuare l’autore vero delle canzoni che seguono prima che io lo riveli?

Cercherò di creare un ordine di difficoltà ascendente, partendo quindi dagli esempi più facili, che però spesso traggono in inganno più di una persona. Certo, se pensate che Knocking on Heaven’s Door sia un brano dei Guns’n’Roses, allora temo che dobbiate smettere di leggere questi articoli e tornare ad ascoltare tanta tanta musica… Be’, per la cronaca è un famosissimo brano di Bob Dylan: ho sempre un grande timore a lasciare queste domande in sospeso…

Un po’ di riscaldamento prima di cominciare

Prima di iniziare il test vero e proprio, partiamo con qualche esempio relativamente semplice, giusto per entrare nel “gioco”. Nel 2003, i Kiss registrarono una versione di Do You Remember Rock’n’roll Radio?, che tra l’altro compare anche in una scena del film School of Rock. Ma già al primo ascolto si riconosce chiaramente la mano degli autori del brano originale: i Ramones, che avevano pubblicato il brano nel 1980. Altro brano famoso per la sua apparizione in un film di culto del 1980 è Sweet Home Chicago, di cui infatti è celeberrima la versione dei Blues Brothers. In realtà però il brano è originariamente di Robert Johnson, la cui incisione risale addirittura al 1936.

Fin qui, direi, tutto facile. Anche la prossima dovrebbe essere facile, ma forse leggermente meno… Nothin’ Compares to You è un brano inciso da Sinead O’ Connor nel 1990 e che, nella sua versione, ebbe un successo mondiale, tanto da divenire indissolubilmente legato alla cantante irlandese. In realtà, però, si tratta di una canzone di Prince, che l’aveva pubblicata nel 1985 con i Family, in un arrangiamento molto diverso. I Creedence Clearwater Revival hanno spesso interpretato brani di altri, ma in alcuni casi la loro versione ha avuto tanto successo che si tende a pensare che si tratti di canzoni loro. Un esempio è The Midnight Special, pubblicata dai CCR nel 1969, ma in realtà un traditional già più e più volte interpretato da moltissimi artisti in ambito blues: la registrazione commerciale più antica risale addirittura al 1926 ad opera dei McGinty’s Oklahoma Cow Boy Band.

Altro esempio non troppo difficile è quello di War, brano di cui sono celebri le interpretazioni sia di Bruce Springsteen che dei Frankie Goes to Hollywood. Per molti di voi non sarà certo una scoperta: si tratta in realtà di un brano registrato originariamente da Edwin Starr nel 1970, scritto da Norman Whitfield e Barrett Strong, inizialmente per i Temptations. Vi state scaldando? Rimaniamo ancora sul facile, ma lentamente saliamo di livello… Hey Joe è famosissima nella versione di Jimi Hendrix del 1967. Un po’ meno nota è la registrazione del 1962 di Billy Roberts. In ambito blues e dintorni, d’altra parte, sono moltissimi gli esempi di cover che hanno avuto tanto successo da rimanere nella memoria incollati a un artista che in realtà non ne era l’autore.

Shake Your Hips nella versione dei Rolling Stones del 1972 è probabilmente più famosa rispetto all’incisione originale del 1962 di Slim Harpo. E altri casi simili si possono trovare, per esempio, nella produzione di Janis Joplin: Me and Bobby McGee, che in realtà era stata scritta da Kris Kristofferson per Roger Miller, Cry Baby, scritta da Jerry Ragovoy e Bert Berns per Garnet Mimms and the Enchanters, Piece of My Heart, scritta da Jerry Ragovoy e Bert Berns per Erma Franklin, sorella di Aretha. Lust for Life rappresenta un caso un po’ particolare. Il brano viene in genere attribuito, correttamente, a Iggy Pop. Pochi però ricordano che in realtà era stato scritto a quattro mani, con la collaborazione di David Bowie.

E ora alziamo un po’ ancora il tasso di difficoltà, diciamo a un livello medio-alto… (Simply) The Best è un famosissimo brano di Tina Turner, un suo enorme successo del 1989. In realtà però si tratta di una cover. La versione originale, scritta da Mike Chapman e Holly Knight, era stata incisa l’anno precedente da Bonnie Tyler. Uno dei brani simbolo della discografia di Steve Hillage è senza dubbio Hurdy Gurdy Man, come concorderanno tutti i suoi fan. E sono certo che tutti i conoscitori di Steve Hillage sanno che si tratta di una cover, ma di chi? Ebbene, il brano originale era stato inciso da Donovan nel 1968.

Ancora Rolling Stones, con la loro Harlem Shuffle del 1986, che tra le altre curiosità vede Tom Waits nella schiera dei coristi. Ebbene, non è un brano originale, lo sapete, sì? Si tratta in realtà di una canzone registrata nel 1963 dal duo Bob & Earl. OK, il prossimo esempio non è facilissimo, ma se siete stati attenti ne abbiamo parlato più volte negli articoli precedenti. Cause We’ve Endend as Lovers è un brano inciso da Jeff Beck nel 1975 e, da allora, un suo cavallo di battaglia in tutti i live fino ai giorni nostri. La canzone è stata scritta sì per Jeff Beck, ma non da lui. Si tratta invece di un brano di Stevie Wonder, che aveva promesso a Beck un brano in cambio della sua partecipazione alla registrazione dell’album Talking Book: inizialmente avrebbe dovuto cedergli Superstition, ma alla fine si decise per questa che, nelle mani di Jeff Beck, divenne un’opera intramontabile.

Ora le cose si fanno più difficili! Uno dei brani più famosi di Paul Young, Everytime You Go Away, è stata un successo del 1985. Si tratta però di una cover: l’originale era stato pubblicato nel 1980 da Daryl Hall e John Oates. Joe Jackson è sempre stato un autore prolifico. Quando nel 1981 pubblicò il suo Joe Jackson’s Jumpin’ Jive non fece alcun mistero del fatto che si trattava di un album di classici dal passato. Eppure la sua Jumpin’ Jive era così perfettamente nel suo stile da poter passare per un brano originale. Si tratta invece di una cover di un classico che Cab Calloway, Frank Froeba e Jack Palmer avevano scritto e registrato nel 1939.

I R.E.M. incisero nel 1986 Superman come singolo estratto dall’album Lifes Rich Pageant. Non molti sanno che si tratta in realtà di una cover di una canzone dei The Clique del 1969. Ultimo esempio di riscaldamento, ancora una volta sui Rolling Stones. Ora parliamo di Time is on my Side, pubblicato dagli Stones nel 1964. Il brano però, scritto da Jerry Ragovoy sotto lo pseudonimo di Norman Meade, era già stato pubblicato l’anno prima dal trombonista jazz Kai Winding e poi da Irma Thomas pochi mesi prima della versione di Jagger e compagni. Potrei continuare con tantissimi altri esempi, ma direi che ormai dovreste essere caldi e pronti al vero test, che partirà sempre dagli esempi più facili per incrementare via via il livello di difficoltà. Pronti? Via!

Eric Clapton, Cocaine

Inclusa nell’album Slowhand del 1977, Cocaine è considerata uno dei brani più famosi di Eric Clapton. Ma non è un brano di Clapton! Si tratta in realtà di una canzone di JJ Cale, inclusa nell’album Troubadour del 1976. JJ Cale è stato un personaggio fondamentale non solo come autore, ma anche come chitarrista: è evidente l’influenza del suo tipico stile di fingerpicking sul sound di Eric Clapton, ma anche su quello di Mark Knopfler dei Dire Straits. Cocaine non è l’unico brano di JJ Cale ad essere diventato famoso grazie alle cover di altri artisti: tra gli altri esempi celebri, vi ricordo After Midnight, sempre ripresa da Eric Clapton, e Call Me the Breeze, ripresa dai Lynyrd Skynyrd nel loro Second Helping del 1974. Nel video, un’esecuzione live di Cocaine da parte di JJ Cale e della sua band.

The Doors, Gloria

Molti la conoscono come una canzone dei Doors, estratta dall’album Alive She Cried del 1983, in una memorabile versione dal vivo. Tanti altri la conoscono come un brano di Patti Smith, inserito nell’album Horses del 1975. In realtà, Gloria è una canzone scritta da Van Morrison nel 1964 e pubblicata con la sua band di Belfast, i Them, in The Angry Young Them del 1965. Il brano vanta moltissime reinterpretazioni, ma certamente quelle dei Doors e di Patti Smith sono le più famose.

Patti Smith, Because the Night

Qui invece non parliamo di una cover, ma di un brano che Patti Smith ha ricevuto direttamente da Bruce Springsteen. Si racconta che durante la registrazione di Easter, album di Patti Smith del 1978, Springsteen stesse registrando nello studio accanto Darkness on the Edge of Town. Una volta stabilito che Because the Night non sarebbe andata sull’album, Springsteen decise di “regalarla” a Patti Smith. Il Boss ha eseguito spesso il brano dal vivo, ma ha pubblicato la registrazione originale solo nel 2010, nell’album The Promise. Nel video, un’esecuzione live di Springsteen nel 1978.

Manfred Mann’s Earth Band, Blinded by the Light

Band inglese capitanata dal sudafricano Manfred Mann, gli Earth Band saranno forse poco noti ai più giovani, ma alla fine degli anni Settanta erano decisamente sulla cresta dell’onda. La loro versione di Blinded by the Light è certamente quella che è rimasta impressa nella memoria dei più, arrivando anche prima in classifica negli Stati Uniti nel 1977, un anno dopo la pubblicazione dell’album Roaring Silence. È l’unico brano di Springsteen ad aver raggiunto questo successo. Sì, perché parliamo nuovamente di una canzone di Bruce Springsteen. La Manfred Mann’s Earth Band aveva già ripreso dal Boss Spirit in the Night che, come Blinded by the Light, era inclusa nell’album di esordio di Springsteen, Greetings from Asbury Park, N.J. del 1973. Nel video, la versione originale di Springsteen.

The Clash, I Fought the Law

Qui il livello di difficoltà si alza leggeremente. I Fought the Law è sicuramente uno dei cavalli di battaglia di Joe Strummer e compagni, che inclusero la loro epica versione punk nell’extended play The Cost of Living del 1979. In realtà, però, si trattava di una cover e non era certo un segreto. Il brano originale era stato scritto da Sonny Curtis degli americani The Crickets, la band di Buddy Holly che registrò la prima versione del brano nel 1959. La versione di Bobby Fuller del 1965 rese il brano più famoso.

I Dead Kennedys ne avevano registrato una loro versione con il testo cambiato nel 1978. Molti brani dei Clash non sono in realtà originali, ma spesso cover di artisti prevalentemente giamaicani. Tra gli esempi più famosi: Police and Thieves di Junior Murvin, Brand New Cadillac di Vince Taylor and his Playboys, Police on my Back degli Equals, Revolution Rock di Danny Ray and the Revolutionaries, eccetera…

UB40, Red Red Wine

Molti di voi avranno in mente il brano nella versione degli UB40. Anzi, spesso è la prima canzone che viene alla mente quando si pensa alla celebre band reggae di Birmingham. Ma Red Red Wine è in realtà una cover, pubblicata dagli UB40 in Labour of Love del 1983, album composto interamente da cover. La versione originale era di Neil Diamond, che l’aveva inserita nell’album Just for You del 1967 e poi pubblicata come singolo l’anno successivo. Nel video una esecuzione di Neil Diamond da un live del 2008.

Gianna Nannini, Amandoti

Continuiamo a salire con il livello di difficoltà, e ci spostiamo in Italia, dove nel 2004 Gianna Nannini pubblica l’album Perle, una sorta di compilation di brani già pubblicati, ma presentati qui con un nuovo arrangiamento. Tra questi però spicca un inedito, Amandoti, che comincia a spopolare su tutte le radio, tanto che ancora oggi molti sono convinti si tratti di un brano di Gianna Nannini. Invece è una canzone scritta da Giovanni Lindo Ferretti e registrata dai CCCP – Fedeli alla linea nel loro album Epica Etica Etnica Pathos del 1990. I CCCP lo estrassero anche come singolo, l’ultimo della carriera della band.

Deep Purple, Hush

Questa è già un po’ più difficile. Sì, perché Hush è un grande classico dei Deep Purple, con le loro memorabili versioni live, un pilastro del rock made in England… e invece si tratta di una cover! L’originale era stata scritta dal cantautore americano Joe South esplicitamente per un altro musicista americano, Billy Joe Royal, che l’aveva pubblicata come singolo nel 1967. La versione dei Deep Purple, peraltro molto simile, è stata pubblicata nel 1968 nel loro album di esordio Shades of Deep Purple, e rimane comunque uno dei brani che più di tutti mette in luce le doti di ciascun componente della band.

Whitney Houston, Memories

Memories è nota, nei ricordi di molti, come un brano inciso da Whitney Houston nel 1982, la sua prima registrazione a soli 19 anni. Pochi anni dopo sarebbe esploso il suo successo commerciale. Ancora in anni recenti, sono state pubblicate versioni del brano con artisti che, ad esempio, duettano con la voce registrata della Houston: nel 2016 ebbe un discreto successo un’operazione di questo tipo ad opera di una cantante malese, Siti Nurhaliza. L’album One Down in cui venne pubblicata la versione di Whitney Houston è in realtà opera dei Material, una band americana guidata da Bill Laswell, che faceva da band di appoggio per molti musicisti europei in tour in America.

Nella registrazione c’è anche il sax di Archie Shepp, ed erano tutti musicisti comunque legati alla scena Canterbury. In effetti, il brano è stato scritto originariamente da Hugh Hopper negli anni Sessanta, all’epoca bassista dei Wild Flowers, che poi divennero Soft Machine. Le prime incisioni erano strumentali, mentre versioni più complete con il testo comparvero inizialmente sull’album di David Allen Bananamoon del 1971, con Robert Wyatt alla voce, e poi nel 1974 come lato B del singolo I’m a Believer dello stesso Wyatt. Qui vi propongo una versione live di Wyatt nel 1974 con musicisti d’eccezione: tra gli altri, Mike Oldfield alla chitarra, Fred Frith al violino, Nick Mason alla batteria…

Ram Jam, Black Betty

Per concludere, raggiungiamo un livello elevato di difficoltà. Tutti infatti conoscerete la famosissima Black Betty dei Ram Jam, pubblicata nel 1977 e traccia di apertura del loro album di esordio Ram Jam. Ma pochi sospetterebbero che si tratta in realtà di un brano che risale almeno agli anni Trenta, attribuito in genere a Leadbelly, che gli aveva dato forma partendo da canti tradizionali di lavoro e ne aveva registrato la prima versione commerciale nel 1939! Leadbelly, peraltro, è anche l’autore di My Girl, ballad che ha avuto una certa notorietà dopo che Kurt Cobain l’ha eseguita live in un unplugged dei Nirvana. Black Betty è stata in seguito ripresa anche da Nick Cave nel 1986 e da Tom Jones nel 2002, prima della versione degli Spiderbait del 2004. Nel video, la prima registrazione di Leadbelly.

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