Salomone, paradigma di saggezza, figlio di Betsabea, ecco due episodi che lo confermano: il giudizio delle due donne, la domanda a Dio di essere giusto e intelligente, non ricco Salomone, paradigma di saggezza, figlio di Betsabea, ecco due episodi che lo confermano: il giudizio delle due donne, la domanda a Dio di essere giusto e intelligente, non ricco

Salomone, paradigma di saggezza, figlio di Betsabea, ecco due episodi che lo confermano

Salomone, paradigma di saggezza. Molti dei fasti che gli sono attribuiti sono oggi ridimensionati dagli studiosi in Israele e distribuiti fra re di qualche secolo dopo.

Maa è abbastanza credibile che il primo nucleo della Bibbia sia stato scritto da qualcuno alla sua corte, c’è chi dice che fosse una donna.

Le donne hanno avuto un posto importante nella vita di Salomone, oltre alla madre Betsabea e la mitica regina di Saba, con la quale avrebbe avuto un flirt e un figlio (Saba sarebbe stata collocata  nell’attuale Yemen), oppure in Somalia). Ebbe mille tra mogli e concubine: sposò anche una figlia di un Faraone.

E due donne sono al centro dell’episodio che i millenni tramandano come esempio della saggezza di Salomone.

Due donne, scrive Wikipedia, si presentarono da Salomone: ciascuna aveva partorito un figlio a pochi giorni di distanza l’uno dall’altro ed entrambe dormivano nella stessa casa. Una notte accadde che uno dei due bambini morì e sua madre, secondo l’accusa, aveva scambiato il figlio morto con quello vivo dell’altra donna mentre questa dormiva.

“Salomone, dopo aver ascoltato le due donne sostenere più volte le loro tesi, fece portare una spada e ordinò che il bambino vivente fosse tagliato a metà per darne una parte a ciascuna di esse.
“Allora la vera madre lo supplicò di consegnare il bimbo all’altra donna, pur di salvarlo. Salomone capì così che quella era la vera madre e le restituì il bambino”. 

C’è però un altro e più educativo esempio della intelligenza e della saggezza di Salomone. Lo riferisce il primo libro dei Re, nella Bibbia.

“Il Signore apparve a Salomone in sogno durante la notte. Dio disse: «Chiedimi ciò che vuoi che io ti conceda».
Salomone disse: «Tu hai trattato il tuo servo Davide, mio padre, con grande amore, perché egli aveva camminato davanti a te con fedeltà, con giustizia e con cuore retto verso di te. Tu gli hai conservato questo grande amore e gli hai dato un figlio che siede sul suo trono, come avviene oggi. Ora, Signore, mio Dio, tu hai fatto regnare il tuo servo al posto di Davide, mio padre.

“Ebbene io sono solo un ragazzo; non so come regolarmi. Il tuo servo è in mezzo al tuo popolo che hai scelto, popolo numeroso che per quantità non si può calcolare né contare. Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male; infatti chi può governare questo tuo popolo così numeroso?».
“Piacque agli occhi del Signore che Salomone avesse domandato questa cosa. Dio gli disse: «Poiché hai domandato questa cosa e non hai domandato per te molti giorni, né hai domandato per te ricchezza, né hai domandato la vita dei tuoi nemici, ma hai domandato per te il discernimento nel giudicare, ecco, faccio secondo le tue parole. Ti concedo un cuore saggio e intelligente: uno come te non ci fu prima di te né sorgerà dopo di te. Ti concedo anche quanto non hai domandato, cioè ricchezza e gloria, come a nessun altro fra i re, per tutta la tua vita»”.

La vita di Salomone all’inizio non fu facile. Era figlio di Davide, mitico fondatore di una dinastia da cui si fa discendere anche Gesù, e di Betsabea, moglie di un generale non ebreo ma ittita dell’esercito di Davide. 

Davide la vide fare il bagno sul terrazzo e se ne invaghì, fece modo di mandare a morire il marito e la fece sua moglie. Doveva essere una donna non solo bellissima ma anche molto astuta. Così riuscì a convincere Davide, ricordandogli una antica promessa, di nominare successore Salomone.

 

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