Alzheimer, uova a colazione e una statina al dì per evitare la demenza senile. Molti studi scientifici cercano di trovare risposte utili a contrastare l’Alzheimer o perlomeno a ridurne i rischi al minimo.
Importanti sono i test genetici che esaminano il gene APOE per capire se se n’è ereditata una variante negativa che comporterebbe il rischio di sviluppare la malattia. Se si hanno due varianti negative, come ha scoperto di recente l’attore Chris Hemsworth, il rischio è di quasi 12 volte superiore rispetto a chi non riscontra nessuna variante.
È appurato, in ogni caso, che un quarto della popolazione ha una variante difettosa.
Oggi la ricerca scientifica ha fatto passi in avanti e la scoperta di nuovi farmaci che sembrano in grado di contrastare le placche amiloidi, l’accumulo di proteine nel cervello legato alla malattia, ha generato entusiasmo.
Il Daily Mail ha pubblicato una sorta di guida per mantenere il cervello in forma e per cercare di evitare questa terribile malattia.
Importanti sono gli esercizi di resistenza, come le flessioni e gli squat, perché apportano particolari benefici al cervello e sono ottimi anche per preservare la funzionalità della colonna vertebrale e dei muscoli.
Questa teoria è supportata dal professor Damian Bailey, direttore del Neurovascular Research Laboratory dell’Università del Galles del Sud. Il Professore sostiene che squat e flessioni, molto più della camminata o del jogging, stimolano l’afflusso di sangue a zone del cervello come l’ippocampo, responsabile dell’apprendimento, ed aiutano il rilascio di una sostanza chimica chiamata fattore neurotrofico derivato dal cervello (proteina BDNF) che favorisce la crescita di nuove cellule cerebrali.
L’assunzione di statine indicate per ridurre il rischio di infarto e ictus nei soggetti con storie familiari di malattie cardiache potrebbe anche aiutare la funzionalità del cervello secondo quanto concluso da un recente studio pubblicato sul European Journal of Preventive Cardiology. I ricercatori sottolineano, tuttavia, che non ci sono evidenze sufficienti ed abbastanza solide tali da consigliarne l’assunzione semplicemente per ridurre il rischio di demenza.
L’assunzione da parte delle donne in menopausa della terapia ormonale sostitutiva (TOS) è dimostrato che riduce il rischio di demenza, probabilmente perché gli estrogeni e il progesterone aiutano le cellule cerebrali.
I ricercatori dell’Università di East Anglia hanno pubblicato una ricerca su 1178 donne che hanno partecipato all’iniziativa europea di prevenzione della demenza di Alzheimer ed hanno constato che quelle che assumevano la TOS avevano una memoria migliore ed un cervello più grande rispetto a quelle che non la assumevano. Si è però ancora in una fase di sperimentazione, per cui si sta lavorando per uno screening su una fascia più ampia della popolazione.
La doccia fredda è per molti un vero toccasana. Immergersi regolarmente nell’acqua fredda può, infatti, aumentare i livelli delle c.d. “proteine dello shock da freddo” ovvero delle molecole che aiutano a proteggere il cervello.
La storia dice che l’imperatore Augusto, sofferente per una misteriosa malattia epatica, fu guarito dal medico Antonio Musa con una terapia di bagni d’acqua gelida.
Iniziare la giornata con una colazione proteica può aiutare a proteggere dall’Alzheimer. Numerose ricerche suggeriscono che con l’invecchiamento è bene assumere più proteine per mantenere ossa e muscoli in buona forma.
Nel 2018 è stato pubblicato sul Journal of Alzheimer’s Disease, uno studio nel quale i ricercatori australiani hanno sostenuto come le persone di età superiore ai 60 anni che assumevano proteine pari a 54 g al giorno avevano 12 volte in più di probabilità di avere alti livelli di amiloide rispetto a coloro che ne mangiavano circa 118 g. Gli studi ora sono concentrati per capire perché mangiando più proteine si è più protetti.
Controllare il peso è anch’essa una buona pratica perché un’alimentazione troppo grassa genera alta pressione sanguigna e livelli elevati di zucchero nel sangue con conseguente rischio di diabete di tipo 2 che triplica il rischio di Alzheimer.
Aerare sovente gli ambienti nei quali si vive ed evitare i deodoranti; cercare di ridurre quanto più possibile l’esposizione all’inquinamento atmosferico evitando le strade trafficate perché si è più esposti ai fumi del traffico ed utilizzare la bicicletta ogni volta si può; evitare la stufa a legna per interni perché può far aumentare il PM 2,5 di quasi tre volte.
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