Alzheimer, la minaccia dal “grasso magro” supera quella dal grasso della pancia. Uno studio conferma, i falsi magri sono in pericolo come i ciccioni.
I ricercatori hanno scoperto che il grasso viscerale, un tipo di grasso “nascosto” che si raccoglie intorno agli organi, contribuisce allo sviluppo di proteine pericolose per il cervello che possono causare questa patologia devastante.
Questi cambiamenti possono essere osservati nel cervello già a 50 anni di età e fino a 15 anni prima che si manifestino i primi sintomi di perdita di memoria della malattia.
È stato dimostrato che il rischio è maggiore nelle persone con un rapporto più alto di questo grasso viscerale nascosto rispetto a quelle con un grasso della pancia più comune, noto come grasso sottocutaneo.
Sebbene i legami tra obesità e Alzheimer siano già noti, gli scienziati intervenuti al meeting annuale della Radiology Society of North America hanno detto che la ricerca ha mostrato quali tipi di grasso contribuiscono al problema.N
essuno studio precedente ha collegato un tipo specifico di grasso all’effettiva proteina della malattia di Alzheimer in persone cognitivamente normali. Studi simili non hanno indagato il ruolo differenziale del grasso viscerale e sottocutaneo, soprattutto in termini di patologia amiloide dell’Alzheimer, già a partire dalla mezza età.
I ricercatori hanno anche scoperto che la relazione tra la quantità di grasso e Alzheimer era più elevata negli uomini che nelle donne. Il team ha studiato i dati di 54 partecipanti cognitivamente sani, di età compresa tra i 40 e i 60 anni, con un IMC medio di 32.
I partecipanti sono stati sottoposti a misurazioni di glucosio e insulina e a test di tolleranza al glucosio. Lo studio ha concluso che la diminuzione del grasso viscerale dovrebbe essere presa in considerazione nei futuri trattamenti per ridurre il rischio di demenza.
Lo studio ha evidenziato un meccanismo chiave attraverso il quale il grasso nascosto può aumentare il rischio di Alzheimer.
I cambiamenti cerebrali si verificano già all’età di 50 anni, in media fino a 15 anni prima che si manifestino i primi sintomi di perdita di memoria dell’Alzheimer. Andando oltre l’indice di massa corporea e caratterizzando meglio la distribuzione anatomica del grasso corporeo con la risonanza magnetica, ora è stat acquisita una comprensione unica del perché questo fattore possa aumentare il rischio di Alzheimer.
La malattia di Alzheimer è una patologia progressiva che spesso colpisce la memoria, il modo di pensare e il comportamento di una persona. Secondo l’NHS, è la causa più comune di demenza e si ritiene che una persona su 14 di età superiore ai 65 anni sia affetta da Alzheimer.
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