Anche attraverso l’acqua del rubinetto delle nostre case si può contrarre un’infezione causata da un tipo di ameba nota come “mangia-cervello”. Uno studio condotto dal Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) degli Stati Uniti su un gruppo di una decina di adulti, già immunodepressi, ha evidenziato casi di infezione da Acanthamoeba dopo ripetuti e prolungati risciacqui nasali con acqua del rubinetto. Matteo Bassetti, direttore di Malattie Infettive presso il Policlinico San Martino di Genova, ha sottolineato l’importanza di evitare l’utilizzo dell’acqua del rubinetto per i lavaggi nasali. Ha citato un rapporto del Cdc che ha evidenziato il legame tra l’uso di acqua non sterile per tali lavaggi e gravi infezioni cerebrali causate dall’ameba.
I pazienti inclusi nello studio erano tutti immunocompromessi, sette uomini e tre donne. Il Cdc ha rilevato che la maggior parte di loro aveva praticato i risciacqui nasali per mesi o addirittura anni, e almeno la metà utilizzava acqua del rubinetto. È stato ribadito il monito a educare contro l’utilizzo di acqua non bollita del rubinetto per i lavaggi nasali al fine di prevenire le infezioni invasive da Acanthamoeba, specialmente tra gli immunodepressi. Gli eventi studiati coprono il periodo dal 1994 al 2022, con nove casi concentrati nell’ultimo decennio. Dei dieci pazienti, cinque erano affetti da cancro e due da AIDS. Sette di loro sono sopravvissuti, un dato sorprendentemente alto considerando il tasso di mortalità dell’infezione da Acanthamoeba.
Le amebe Acanthamoeba possono causare due tipi di infezioni nell’uomo, coinvolgendo il sistema nervoso centrale e la cornea, da cui il soprannome “mangia-cervello”. La prevenzione è fondamentale, poiché per queste infezioni sono disponibili pochi farmaci. Alcune specie di amebe, come la Naegleria fowleri, sono particolarmente temibili e possono nutrirsi letteralmente della materia cerebrale umana. Nel 2020, ci fu un’allerta riguardante l’acqua potabile a Brazosport, in Texas, a causa del rischio di contaminazione da parte della Naegleria fowleri. Anche in Italia, nell’estate del 2023, un caso di infezione è stato segnalato a Este, dove un bambino di nove anni sarebbe stato infettato durante un bagno nel fiume Po.