Negli ultimi decenni le terapie contro il cancro hanno fatto enormi progressi. Tuttavia, nonostante i successi terapeutici, molti pazienti continuano a soffrire di effetti collaterali debilitanti a lungo termine. Tra questi, i danni ai nervi causati dai trattamenti antitumorali sono particolarmente problematici. I farmaci tradizionali si sono dimostrati inefficaci nel prevenire o trattare questi danni, ma recenti studi suggeriscono che l’esercizio fisico potrebbe offrire una soluzione promettente.
La neuropatia periferica indotta dalla chemioterapia (CIPN) è un effetto collaterale comune di molti trattamenti antitumorali. Farmaci come l’oxaliplatino e gli alcaloidi della vinca, utilizzati in diverse terapie oncologiche, colpiscono non solo le cellule tumorali ma anche i nervi. Questo può portare a sintomi come dolore, intorpidimento, formicolio e problemi di equilibrio. In molti casi, questi sintomi non scompaiono dopo la fine del trattamento, ma diventano cronici, influenzando significativamente la qualità della vita dei pazienti.
Con i miglioramenti nelle terapie contro il cancro, non è più sufficiente concentrarsi esclusivamente sulla sopravvivenza dei pazienti. La qualità della vita dopo la guarigione sta diventando una priorità crescente. La CIPN rappresenta una sfida significativa in questo contesto, poiché i suoi sintomi possono essere estremamente debilitanti. Ridurre l’incidenza di questo effetto collaterale è quindi cruciale per migliorare il benessere complessivo dei pazienti.
Un team di ricerca interdisciplinare, guidato dalla scienziata sportiva Dr. Fiona Streckmann dell’Università di Basilea e dell’Università tedesca dello sport di Colonia, ha recentemente pubblicato uno studio sulla rivista JAMA Internal Medicine. Questo studio ha dimostrato che semplici esercizi fisici, se eseguiti in concomitanza con la chemioterapia, possono prevenire i danni ai nervi in molti pazienti.
Lo studio ha coinvolto 158 pazienti affetti da cancro, sia uomini che donne, che stavano ricevendo trattamenti con oxaliplatino o alcaloidi della vinca. I partecipanti sono stati divisi casualmente in tre gruppi: un gruppo di controllo che riceveva solo le cure standard, e due gruppi che svolgevano esercizi fisici due volte a settimana durante la chemioterapia. Uno di questi gruppi si concentrava su esercizi di equilibrio su superfici instabili, mentre l’altro gruppo utilizzava una pedana vibrante.
I risultati dello studio sono stati sorprendenti. I pazienti nei gruppi di esercizio fisico hanno mostrato una riduzione significativa dell’incidenza della CIPN rispetto al gruppo di controllo. In particolare, il tasso di danni ai nervi è stato ridotto dal 50 al 70% nei gruppi di esercizio. Inoltre, questi pazienti hanno riportato una qualità della vita percepita soggettivamente più alta, hanno avuto meno necessità di ridurre la dose di farmaci antitumorali e hanno mostrato una riduzione della mortalità nei cinque anni successivi alla chemioterapia.
I pazienti che hanno ricevuto alcaloidi della vinca e hanno eseguito un allenamento sensomotorio hanno tratto il massimo beneficio dall’esercizio fisico. Questo tipo di allenamento, che si concentra sul miglioramento della coordinazione e dell’equilibrio, si è rivelato particolarmente efficace nel prevenire i danni ai nervi.
Nonostante gli ingenti investimenti nella ricerca di trattamenti farmacologici per prevenire o curare la CIPN, i risultati sono stati deludenti. Diversi studi hanno dimostrato che i farmaci attualmente disponibili non possono prevenire né invertire i danni ai nervi causati dalla chemioterapia. Tuttavia, negli Stati Uniti si spendono annualmente circa 17.000 dollari per paziente per trattare questi danni. Questo sottolinea la necessità di alternative più efficaci e meno costose.
L’esercizio fisico rappresenta una soluzione promettente e conveniente per prevenire la CIPN. Il potenziale dell’attività fisica è enormemente sottostimato, afferma la Dr. Fiona Streckmann. I risultati del loro studio suggeriscono che l’integrazione di esercizi fisici nella pratica clinica potrebbe migliorare significativamente la qualità della vita dei pazienti oncologici. Questo è particolarmente rilevante nei paesi con risorse sanitarie limitate, dove i costi elevati dei trattamenti farmacologici rappresentano una barriera significativa.
Il team di Streckmann sta attualmente lavorando alla creazione di linee guida per gli ospedali, in modo che possano integrare gli esercizi fisici nella pratica clinica come terapia di supporto. Questo progetto mira a formare più terapisti sportivi e a rendere l’esercizio fisico una parte standard del trattamento oncologico. Inoltre, dal 2023 è in corso uno studio in sei ospedali pediatrici in Germania e Svizzera, noto come PrepAIR, che mira a prevenire le disfunzioni sensoriali e motorie nei bambini sottoposti a chemioterapia neurotossica.
Il potenziale dell’attività fisica come terapia di supporto è spesso sottovalutato. Gli esercizi fisici possono offrire una serie di benefici che vanno oltre la prevenzione della CIPN. Essi possono migliorare la forza fisica, l’equilibrio e la coordinazione dei pazienti, contribuendo al loro benessere generale. Inoltre, l’esercizio fisico può avere effetti positivi sulla salute mentale, riducendo lo stress e migliorando l’umore dei pazienti.
Sulla base dei risultati dello studio, è consigliabile che i pazienti oncologici includano l’esercizio fisico nel loro regime di trattamento. Anche semplici esercizi di equilibrio o l’uso di una pedana vibrante possono fare una grande differenza. Tuttavia, è importante che questi esercizi siano eseguiti sotto la supervisione di un professionista qualificato, per garantire che siano svolti in modo sicuro ed efficace.